giovedì 23 dicembre 2010

Un veleno ad alto contenuto di profitti e di scarso o nullo contenuto nutritivo

Il consumo dei derivati animali sostiene ed incrementa il mercato della carne
Le mucche e le galline vengono sfruttate per produrre rispettivamente latte e uova; quando non sono più in grado di sostenere i ritmi produttivi imposti loro dall’uomo sono macellate per ottenere carne o lasciate morire di stenti perché troppo malate per diventare carne da macello.

Una mucca in natura vivrebbe 20 anni producendo solo 5-10 litri di latte al giorno per sfamare il suo piccolo; le mucche da allevamento invece non sopravvivono oltre i 5-6 anni, vengono ingravidate artificialmente mediante inseminazione artificiale ed anche trasferimento embrionale (pratica estremamente dolorosa tanto da richiedere obbligatoriamente l’anestesia epidurale per legge).

venerdì 17 dicembre 2010

Decreto taglia-leggi, abrogate circa 200.000 norme

Abrogate circa 200.000 disposizioni legislative statali a norma dell'articolo 14, comma 14-quater, della Legge 28 novembre 2005, n. 246.
Lo prevede il Decreto Legislativo 13 dicembre 2010, n. 212 (il c.d. Taglia-leggi) pubblicato in Gazzetta Ufficiale 15 dicembre 2010, n. 292.
In particolare a partire dal 16 dicembre 2010 sono abrogate tutte le disposizioni normative precedenti al 1° gennaio 1970 se non esplicitamente indicate come necessarie.
Con quest'ultimo 'taglio' il corpo normativo italiano passa dalle iniziali 410.000 norme a sole 10.000 circa, allineandosi così con quello dei principali paesi europei.
(Fonte: Altalex)

mercoledì 15 dicembre 2010

Il riciclo e lo scontrino, ovvero il veleno della carta termica

(di Maria Torelli)
Non tutti gli eco-calendari informano i cittadini che, per la raccolta differenziata, gli scontrini fiscali (e più in generale le ricevute e quant'altro stampato su carta autocopiante) non vanno conferiti insieme alla carta. La maggior parte degli italiani ignora questa informazione e continua ingenuamente a buttare scontrini e ricevute nel cassonetto della carta, riducendo così la qualità della raccolta differenziata della propria città.
Scontrini e affini, infatti, sono costituiti non da semplice cellulosa ma da un particolare tipo di carta termica che

martedì 14 dicembre 2010

Niente scontrino all'uscita? Niente paura, nessuna multa per il cliente

Pochi sanno che il cliente trovato sprovvisto di scontrino fiscale all'uscita del negozio non è più sanzionabile da parte delle Fiamme Gialle. Un decreto legge del 2003 (n.269) aveva introdotto il concordato fiscale per il biennio 2003-2004, con la conseguenza che

venerdì 3 dicembre 2010

Scatolette di tonno: in una su tre non sai cosa mangi

A novembre GreenPeace ha condotto dei test DNA sul tonno contenuto in 165 scatolette provenienti da 12 Paesi, europei e non, tra cui l'Italia. Risultati? Una su tre non contiene quello che dovrebbe.
Spesso due specie diverse di tonno sono mescolate insieme nella stessa scatoletta, oppure in diverse scatolette di uno stesso prodotto se ne possono trovare di differenti.

sabato 27 novembre 2010

Spegnete la TV e accendete il cervello: INFORMATEVI

Sapete che il Web è l'unico posto al mondo non controllato, dove davvero si può fare controinformazione? leggete questo articolo di Valdo Vaccaro... svegliate il cervello prima che sia tardi.

IL MONDO NEL FRULLATORE BILDERBERG

L’alimentazione vegana-crudista non ha nemmeno bisogno di essere difesa

Che l’alimentazione vegana e tendenzialmente crudista sia quella giusta per la salute umana, la gente attenta ed acculturata, quella priva di calcificazioni ideologiche, comincia finalmente a capirlo.
L’American Medial Dietetic Association, già nel 1990, ha definito ufficialmente la dieta vegana come una dieta valida, equilibrata e priva di carenze.
Già le Università di Cambridge e di Oxford hanno dimostrato nel 2000 e nel 2008 come cancri e cardiopatie non sfiorino nemmeno i vegani crudisti.
Non perderemo altro tempo a parlare di quello.

La dieta vegana è compatibile col rispetto e con la salvezza dell’ambiente

Cercheremo piuttosto di dimostrare come il veganismo-crudista sia compatibile e amico con l’ambiente e con natura, oltre che con gli animali e l’uomo.
Il professor Umberto Veronesi ha dichiarato a chiare lettere che la dieta vegana non è solo opportuna ma rappresenta anche una via obbligata, non essendo concepibile un mondo come quello attuale, basato su enormi sprechi di risorse mentre bussa alla porta un miliardo di gente affamata.

domenica 14 novembre 2010

Ricevere un iPhone4 gratis, a domicilio?

Da non credere, vero?
Eppure è così, ti regalano un iPhone (o un altro oggetto della Apple)e te lo mandano a casa, ricevuto per posta a costo 0 grazie a questo sito!
Ti stai chiedendo dove sta la fregatura? Non c'è, nessuna fregatura. Segui le istruzioni passo passo qui sotto (se te la cavi bene in inglese e ti annoiano le spiegazioni vai direttamente a questo link):
1°- Per prima cosa, clicca qui per entrare nel sito web con l'omaggio. Clicca senza problemi, il sito si aprirà in una nuova finestra, così potrai continuare a seguire le mie istruzioni.

domenica 7 novembre 2010

Energia nucleare, soluzione falsa e molto più costosa

L’energia nucleare pone rischi inaccettabili sia per l’ambiente che per la salute.
Il nucleare copre poco più del 2 per cento dei consumi globali di energia nel mondo, meno dell’idroelettrico. Raddoppiare la potenza nucleare oggi installata, oltre a aumentare i rischi di incidenti, le scorie e i rischi di proliferazione di armi nucleari, avrebbe un effetto molto limitato sulle emissioni globali, dell’ordine del 5%. E implicherebbe l’apertura di un nuovo reattore ogni due settimane da oggi al 2030.

venerdì 5 novembre 2010

Report I segreti dei 7 Euro: letto e applicato

Girando su internet tra i prodotti per guadagnare online, la prima cosa che noti è che molti prodotti promettono enormi guadagni... che poi si rivelano aldilà della portata dei piu', molti dei quali poi sono schemi piramidali o catene di S. Antonio o altri tipi simili. Da qualche tempo circola un'altro report nel mercato chiamato "I Segreti Dei €7", sul cui sito compaiono affermazioni di guadagno fantastiche!
Dunque I Segreti Dei 7€ e' un'inganno?
Inizialmente quindi non vi ho prestato molta attenzione, anche se in molti ne parlavano su internet. Partivo dal presupposto che fosse una sistema piramidale in cui devi vendere a tua volta il report a più persone possibili per guadagnare qualche soldo... insomma, la solita fuffa che fa parlare la gente.

mercoledì 1 settembre 2010

La cottura del cibo distrugge la sua validita' nutrizionale e curativa

(di Franco Libero Manco - Ava Roma
Fonte: Disinformazione)

La leucocitosi è un fenomeno dovuto all’aumento di globuli bianchi nel sangue: si verifica in modo più evidente dopo ingestione di carne, nella donna in gravidanza, nel neonato, nella persona anziana, dopo stress fisici ecc. ma diventa un fatto patologico a causa di polmoniti, appendiciti, infezioni da germi, intossicazioni ecc.
I globuli bianchi, che possono assorbire anche sostanze chimiche e tossiche, contengono numerosi enzimi che hanno lo scopo di difendere l’organismo fagocitando corpi estranei o microbi penetrati nel sangue.
Quando l’organismo è chiamato a fronteggiare un’infezione, cioè un’improvvisa invasione di microbi patogeni, mobilita rapidamente i macrociti che ingaggiano un’aspra battaglia contro gli invasori: più l’organismo è in pericolo maggiore è il ritmo di produzione per sostituire i microfagi e macrofagi che muoiono in battaglia, innescando in questo modo la leucocitosi.
Esiste una diretta correlazione tra aumento di globuli bianchi e stato di infezione di un organismo, come esiste una diretta correlazione tra ingestione di cibi cotti ed aumento dei globuli bianchi. La cottura dei cibi risulta essere la causa più rilevante all’insorgere di malattie umane.

L'Ortoressia, ovvero: Mangiare sano ora è un disturbo mentale

(di Mike Adams, the Health Ranger, NaturalNews Editor
Fonte: www.disinformazione.it)

L'industria psichiatrica, nel suo sforzo infinito di trasformare artificiosamente ogni attività umana in "disordini mentali", sta ora propagandando il disordine più ridicolo che abbia mai inventato: il Disturbo del Mangiare Sano.
Non è uno scherzo: se ti focalizzi sul mangiare cibi naturali sei "mentalmente malato" e probabilmente hai bisogno di qualche tipo di cura chimica che includa potenti farmaci psicotropi. Scrive il quotidiano The Guardian: «La fissazione di mangiare sano può essere il sintomo di un grave disordine psicologico» e continua affermando che questo "disordine" è chiamato ortoressia nervosa, una locuzione latineggiante che significa "preoccupati riguardo il mangiare correttamente".

Ma non potevano chiamarlo semplicemente "disordine da preoccupazione sul mangiare sano", poiché sarebbe sembrato come se non sapessero di cosa stanno parlando. Per cui l'hanno traslato in Latino, così sembra intelligente (anche se non lo è). Ecco da dove proviene la maggior parte dei nomi delle malattie: i dottori descrivono i sintomi che vedono con un nome tipo osteoporosi (che significa "ossa con dei buchi").
Tornando a questa malattia inventata, "ortoressia", il Guardian continua: «Gli ortoressici hanno delle regole rigide sul cibo. Il rifiuto di toccare zucchero, sale, caffeina, alcol, grano, glutine, lievito, soia, cereali e latticini non è altro che l'inizio delle restrizioni dietetiche. Ogni cibo entrato in contatto con pesticidi, diserbanti o che contiene additivi artificiali è inammissibile».

Aspetta un secondo. Allora cercare di evitare le sostanze chimiche, i latticini, la soia e lo zucchero ora fa di voi un paziente della salute mentale? Sì, secondo questi esperti. Se prestate effettivamente attenzione all'evitare pesticidi, diserbanti e ingredienti modificati geneticamente come soia e zucchero, c'è qualcosa in voi che non va.
Vi siete accorti che mangiare cibo spazzatura viene considerato "normale"? Se mangiate cibi spazzatura trattati con prodotti chimici sintetici secondo loro va bene. Apparentemente i malati mentali sono quelli che scelgono cibi organici e naturali.

Cos'è "normale" allora per quanto riguarda il cibo?
Vi avevo detto che sarebbe successo. Anni fa avevo avvertito i lettori di NaturalNews che presto ci sarebbe stato un tentativo di bandire i broccoli poiché contengono fito-nutrimenti anticancro. Questo assalto da parte della salute mentale contro i consumatori attenti alla propria salute fa parte di quel programma. È un tentativo di emarginare i consumatori di cibi sani dichiarandoli mentalmente instabili e, perciò, giustificare il loro ricovero coatto nei manicomi dove gli verranno iniettati farmaci psichiatrici e cibo istituzionale completamente trattato, morto e pieno di sostanze chimiche tossiche.
Il Guardian si spinge perfino al ridicolo dicendo che «L'ossessione su quali sono i cibi "buoni" e quali i "cattivi" può condurre gli ortoressici ad essere malnutriti».
Segui l'illogicità di ciò, se ci riesci: mangiare "buon" cibo causa malnutrizione! Suppongo che si ritenga che mangiando cibo cattivo vengano forniti tutti i nutrimenti di cui avete bisogno. Questa è la dichiarazione sulla nutrizione più pazza che abbia letto. Non c'è da stupirsi che la gente oggi sia così malata: gli viene detto dai media tradizionali che mangiare cibo sano è un disturbo mentale che causerà malnutrizione!

Zitti e ingoiate la galletta verde (Soylent Green)
È proprio come ho riferito anni fa: non avete il permesso di contestare il vostro cibo, gente. Seduti, zitti, avventatevi sul cibo e divoratelo. Smettetela di pensare a cosa state mangiando e fate quello che vi viene detto dai principali mass media e dai loro inserzionisti di cibo trattato. Non sapevate che mettere in dubbio le proprietà salutistiche del vostro cibo spazzatura è un disturbo mentale? E se siete "ossessionati" riguardo al cibo (facendo cose come leggere l'etichetta degli ingredienti, per esempio), allora siete strani. Magari perfino malati.
Questo è il messaggio che stanno divulgando ora. I consumatori di cibo spazzatura sono "normali", "sani" e "ben nutriti". I consumatori di cibo sano, invece, sono malati, anormali e malnutriti.

Ma perché, chiedete voi, dovrebbero attaccare quelli che mangiano sano? Persone come il dottor Gabriel Cousens possono spiegarvelo: perché una maggiore consapevolezza mentale e spirituale è possibile solo con una dieta composta da cibo vivo e naturale.
Mangiare cibo spazzatura abbassa il vostro livello intellettivo rendendovi più facili da controllare. Questo cibo scompiglia letteralmente la vostra mente, intorpidendo i vostri sensi con il glutammato monosodico (MSG), l'aspartame ed estratti di lievito. Le persone che vivono di cibo spazzatura sono docili e perdono velocemente l'abilità di pensare con la propria testa. Seguono qualsiasi cosa gli venga detta dalla TV o da quelli che sono in una posizione di apparente autorità, senza mai porsi delle domande sulle loro azioni o su quanto sta realmente succedendo nel mondo intorno a loro.

Al contrario, le persone che mangiano cibi sani e naturali - con tutte le sostanze nutrienti curative ancora intatte - cominciano a risvegliare la loro mente e il loro spirito. Col tempo, cominciano a mettere in discussione la realtà che li circonda e perseguono delle esplorazioni più illuminate di temi come comunità, natura, etica, filosofia e del grande quadro delle cose che stanno succedendo nel mondo. Diventano "consapevoli" e possono iniziare a vedere l'esatta struttura di Matrix, per così dire.
Questo, ovviamente, è un pericolo enorme per quelli che gestiscono la nostra società basata sul consumo, dato che il consumo dipende dall'ignoranza unita alla suggestionabilità. Per fare in modo che la gente continui ciecamente ad acquistare cibi, medicinali, polizze sulla salute e beni di consumo, è necessario spegnere le loro funzioni cerebrali superiori. Il cibo spazzatura trattato, a cui vengono aggiunge sostanze chimiche tossiche, raggiunge questo risultato piuttosto bene. Come mai, secondo voi, il cibo morto e trattato è il pasto predefinito nelle scuole pubbliche, negli ospedali e nelle prigioni? Perché il cibo morto spegne i livelli superiori della coscienza, e tiene le persone focalizzate su qualsiasi distrazione con cui sia possibile nutrire il loro cervello: televisione, violenza, paura, sport, sesso e così via.

In ogni caso vivere come uno zombie è "normale" nella società odierna, poiché moltissime persone lo stanno facendo. Ma non sono normali nel mio libro: il vero "normale" è una persona energica, in salute e sveglia, nutrita con cibo vivo, che agisce da cittadino sovrano in un mondo libero. Mangiare cibo vivo è come prendere la pillola rossa, perché col tempo si apre una nuova ampia prospettiva sulla struttura della realtà. Rende liberi di pensare con la propria testa.
Mangiare cibo spazzatura trattato è come prendere la pillola blu, poiché vi tiene intrappolati in una realtà inventata, dove le esperienze di vita sono architettate dalle aziende di prodotti di consumo, le quali dirottano i vostri sensi con sostanze chimiche (come glutammato monosodico) progettate per ingannare il cervello facendogli credere che state mangiando cibo vero.
Se volete essere vivi, consapevoli e in controllo della vostra vita, mangiate cibo sano e vivo. Ma non aspettatevi di diventare famosi presso gli "esperti" tradizionali della salute mentale o i dietologi: sono tutti programmati per considerarvi "pazzi" per il fatto che non seguite le loro diete ortodosse a base di cibo morto a cui vengono aggiunte sostanze chimiche sintetiche.

Ma voi e io conosciamo la verità: noi siamo quelli normali. I consumatori di cibo spazzatura sono i veri malati mentali, e l'unica via per fare in modo che aprano gli occhi sul mondo reale è iniziare a nutrirli con cibo vivo.
Alcune persone sono pronte a prendere la pillola rossa, mentre altre non lo sono. Tutto quello che si può fare è mostrare loro la porta. Devono aprirla da soli.
Nel frattempo provate ad evitare i funzionari della salute mentale che stanno cercando di etichettarvi come persone affette da disturbi mentali solo perché fate attenzione a cosa introducete nel vostro corpo. Non c'è niente di male nell'evitare zucchero, soia, glutammato monosodico, aspartame, sciroppo di glucosio-fruttosio (HFCS) e altre sostanze chimiche tossiche nel cibo. A dire il vero, la vostra vita dipende da questo.

mercoledì 4 agosto 2010

Luce e Gas nel mercato libero: diritti e obblighi nel cambio fornitore

(di Maria Antonietta Giffoni - Fonte: Nextville)
L'AEEG tenta di ridurre le difficoltà degli utenti nel confrontarsi con il mercato dell'energia modificando il Codice di condotta commerciale per i venditori. Un documento pensato per garantire la concorrenza e la tutela dei consumatori.

Il mercato libero
Da molti anni siamo liberi di scegliere il fornitore di elettricità e di gas. Come accade per la telefonia, tutti possiamo comprare l'energia elettrica dal migliore offerente e con tariffe adatte alle nostre esigenze. L'epoca del monopolio è finita: molti sono i venditori in competizione tra loro nel contendersi i consumatori. Ma quanti di noi sono passati dal mercato tutelato al mercato libero? Pochi.
Non è facile, infatti, fare una scelta oculata tra le diverse offerte: i clienti sono impreparati ad affrontare questo nuovo mercato e i venditori forniscono informazioni poco chiare e a volte fuorvianti.

lunedì 14 giugno 2010

Acqua-Aqua, Fuoco-Fuoco

Una verità che non è affatto nascosta, ma bella-pronta e confezionata: se fosse vero che i minerali disciolti nell'acqua fanno bene, allora il top della salute sarebbe bere l'acqua del mare
(Fonte: Dr Valdo Vaccaro)

Il problema dell’acqua sta diventando più che mai di moda.
Più ne parliamo e più controversie nascono.
Per i ragazzi che giocano a nascondino, il termine acqua significa essere lontani dalla soluzione, mentre il termine fuoco indica l’opposto.
Vediamo di metterci tutti di buzzo buono a risolvere questo falso dilemma, senza drammi, senza offese e senza inutili tensioni.
Non è una questione di volerla vinta, di aver sempre ragione.
La verità in questo caso esiste già bella e pronta, senza dover fare il gioco dell’acqua-acqua-fuoco-fuoco.

Fare e disfare è tutto lavorare. Mi state facendo sbuffare più del necessario.

La mia recente tesina, Il buco nell’acqua, è stata proprio un buco. Me ne sono accorto dai commenti ricevuti. Gente che mi segue in generale, ma che sull’acqua continua ad arricciare il naso e a non condividere.
C’è persino qualcuno che pretende di farmi una piccola lezione sul pH e sui modi nei quali l’acqua piovana, caricandosi di acido carbonico, diventerebbe una sostanza acida e dannosa per il nostro corpo, similmente poi a tutte le acque distillate, mentre l’acqua naturale vera, quella carica di preziosi minerali, ci farebbe un gran bene e ci nutrirebbe.
Le lezioni le ricevo volentieri, alla condizione che siano giuste e razionali, che rappresentino un passo avanti e non tre passi indietro.

Questa non è affatto una controversia da due soldi

Non vorrei mai andare contro i miei interlocutori, ma ci sono tanti e tali errori marchiani in tali osservazioni che non posso lasciarle passare.
Questa non è una controversia da due soldi. Non posso permettere che alberghi tra i miei lettori il seme dell’ignoranza su un argomento fondamentale. Occorre allora che ci sviluppiamo e passiamo a un piano superiore, occorre che andiamo più al fondo delle cose, non accontentandoci di quanto ci passa il convento nazionale. Occorre non cullarci sulle nostre convinzioni. Occorre aprirsi la mente.
Vi state dando la zappa sui piedi

Coltivare in modo convinto e dogmatico le idee che girano attualmente tra di voi, sull’argomento acqua, è una cosa gravissima, perché mette a soqquadro la vostra pretesa di essere vegani, di essere crudisti e di essere igienisti.
Vi state dando la zappa sui piedi.
Sostenere che i minerali che stanno nelle comuni acque dure e nelle acque minerali fanno bene alla salute significa schierarsi con Parmalat, Manzotin, Bayer, Pfizer, Cremonini, Coca-Cola e tutto il resto.
La Coca-Cola Company è uscita infatti in Asia con un’acqua fortemente mineralizzata dal marchio Bonaqua (all’italiana ma senza la cq).

L’acqua migliore del mondo è l’acqua pura e distillata

Ribadisco che l’acqua migliore del mondo è l’acqua distillata non al 98 o al 99%, ma al 100% di purezza.
Ribadisco che qualsiasi ione minerale nell’acqua che beviamo è un disturbo ed un quasi-veleno per il corpo umano.
Ho detto quasi-veleno solo per il fatto che di acqua, noi vegani, ne beviamo poca o niente.
Quei minerali che stanno nell’acqua, poco importa se si chiamano calcio o ferro o magnesio, sono tutti inorganici, cioè non assimilabili e pertanto da espellere con enorme fatica.

Se non si comprende appieno la differenza tra organicato ed inorganico, non si fa alcun passo avanti verso il veganismo e ancor meno verso il crudismo

L’errore che state facendo è di non capire ancora a fondo la enorme differenza che esiste tra il minerale organicato dalle piante e il minerale inorganico e duro del terreno, che diventa organico od organicato solo grazie al paziente lavoro di madre natura, ovvero della pianta e della fotosintesi clorofilliana.
Tutto il regno animale, incluso tigri e leoni, dipende dalle piante.
I felini, che mangiano anche frutta tropicale (il durian ad esempio piace molto alle tigri della Malaysia), la prima cosa che divorano nelle gazzelle e nelle antilopi che riescono a catturare, sono il sangue e le interiora, carichi come sono di liquidi organici, liquidi che le vittime hanno ottenuto dall’erba, dalla frutta e dai semi che esse non solo hanno ingerito ma anche assimilato.

Potrete sempre essere volonterosi difensori del cane e del gatto

Non capire la differenza tra minerale organicato e minerale duro e inerte significa non comprendere le basi scientifiche e i fondamenti del crudismo.
Sarete in quel caso dei volonterosi animalisti, dei bravi difensori del cane e del gatto, ma dei pessimi vegetariani, pieni di lacune e di contraddizioni.
Il discorso è molto semplice.
Se voi aveste ragione sull’acqua (e così non è, ve l’assicuro e ve lo dimostro in modo inequivocabile con questa tesina), la cosa più buona e più saggia da bere sarebbe l’acqua marina, o meglio quella del Mar Morto, che sono acque ricche ed inquinate dal sale.
E perché no le acque dei pozzi neri, magari filtrate e de-odorate?

State lanciando una immeritata ciambella di salvataggio alle industrie sbagliate

Se aveste ragione voi, avrebbero ragione non solo i fabbricanti di integratori minerali, ma anche i boia degli amici bovini e degli amici cavalli, gli sbugiardati produttori di bistecche al sangue, cariche del famigerato ferro-eme.
Con le vostre idee rimettereste in gioco gente che ha già perso di brutto la sua battaglia culturale.
Con le vostre asserzioni sareste infatti dei perfetti chimici a desposizione dei macellai e dei latteo-caseari.
Il discorso dell’acqua ha conseguenze culturali enormi su tutto il resto.
Soprattutto sulla questione fondamentale dei minerali.
Chi vuole approfondire deve leggere anche la mia tesina Nessun minerale vale se privo di vibrazioni, del 4/11/09.

L’uomo non è un bevitore, anche se viviamo nella cosiddetta Civiltà del Bere

Ribadisco che l’uomo non è per natura un bevitore, né di acqua né tantomeno di altre bevande intendo, e che l’acqua gli deve servire solo da integratore liquido nelle emergenze.
L’uomo è invece un grande mangiatore di frutta, ed è lì che si fa l’indispensabile rifornimento giornaliero di acqua biologica.
Acqua biologica che, nota bene, è un’acqua distillata al 100% dalla pianta e mescolata nel contempo ai succhi elaborati dalla pianta stessa in associazione con la luce solare, ovvero coi succhi zuccherini, vitaminici e minerali.
In ogni caso, il mezzo bicchiere di acqua che noi vegani-crudisti beviamo ogni giorno, può essere indifferentemente acqua di rubinetto, acqua distillata, acqua di fonte o acqua di bottiglia.

Shelton, l’uomo dei digiuni, ha sempre parlato di acqua distillata nel vero senso del termine

Siccome qualcuno, e persino il simpatico quasi-medico Andrea, pensa erroneamente che Herbert Shelton parlasse di acqua distillata in senso relativo, intendendo per distillata l’acqua oligominerale di alta montagna, vedrò di aggiungere qualche citazione importante, raccolta in un libercolo illuminante, edito negli Stati Uniti, dal titolo The great water-controversy, firmato dallo stesso Shelton, in collaborazione con T.C.Fry e John Tilden.

L’opinione del dr T.C. Fry, collega di Shelton

Per Fry, grande igienista premiato con laurea honoris causa alla Sorbona, l’acqua saturata dai minerali non può funzionare bene nel corpo umano, in quanto inadatta a trasportare efficientemente le sostanze nutritive, e ancor meno a dissolvere e condurre fuori dal corpo i residui e le scorie organiche.
Se fosse vero che il corpo prende minerali dall’acqua comune, la quale contiene 2 o 3 minerali soltanto, ci provocheremmo deficienze e sballi nei minerali di traccia che non stanno in tali acque, in forza della famosa legge del minimo di Liebig.
Soltanto l’acqua marina sarebbe adatta a nutrirci, contenendo essa l’intero spettro di minerali inorganici.

Le sale di dissezione cadaveri mostrano situazioni impietose, con arterie otturate da cordoni di cemento durissimo e a prova di martello

La dieta dell’uomo, come quella del gorilla e di tanti altri animali, è di norma idro-autosufficiente.
Questo discorso sull’acqua dura e non-dura riguarda piuttosto i carnivori, che devono berne tanta per il cibo cotto che mangiano, per le carni salate che consumano, per le bevande assassine che scolano.
La dissezione delle salme, in sala anatomia, rivela depositi minerali dislocati un po’ dovunque.
Nelle vene, nelle arterie, nel fegato, nei reni, nei giunti, persino nel cervello.
Minerali inorganici e patologici che hanno fatto solo tanti danni e non sono serviti mai a nulla.
E’ tutto lì l’errore marchiano che la gente sta facendo in serie, a livello di massa.
L’unico minerale utilizzabile e utile dall’uomo è quello che gli arriva giornalmente coi cibi virtuosi, crudi e vivi.

L’estrema dannosità delle acque dure è una realtà scientifica, non un’opinione

Non è facile per il corpo umano espellere i minerali inorganici depositati nei punti di emergenza prescelti dal sistema immunitario. Lo può fare soltanto se ha una grande vitalità e una grande forza energetico-enzimatica. La dannosità delle acque dure non è un’opinione ma una realtà scientifica provata con strumenti di misura e confermata dalle statistiche.
Il fatto che le acque dure, e che tutti i liquidi bolliti, persino le tisane, persino i succhi di frutta pastorizzati, persino le verdure cotte, scatenino la leucocitosi, cosa che non succede affatto con l’acqua distillata e coi cibi naturali crudi, significa che i minerali inorganici non trovano buona accoglienza nel corpo umano.
Vero che anche l’acqua distillata è cotta, ma a quel punto è liberata dall’ingombro dei minerali inorganici, e quindi diventa materiale neutro e puro

Buoni denti e ossa forti con le acque minerali? E’ un’idea medievale.

Se fosse vero che i minerali delle acque dure possono essere utilizzati dal corpo umano, potremmo andare letteralmente a prenderli dal suolo, polverizzarli e consumarli.
D’accordo, esistono i depositi di salgemma, e ci sono pure le saline costiere, ma producono qualcosa che sappiamo essere veleno, e non certo nutrimento per il nostro organismo.
L’idea che le acque minerali dure facciano buoni denti e ossa forti, e che l’acqua distillata causi carie ed osteoporosi, è quanto di più assurdo si possa sentire. Eppure, l’idea sballata c’è, e circola tra la gente.
L’acqua mineralizzata è acqua impura e basta. I minerali dell’acqua non possiedono qualità e valore.
Più pura è l’acqua e più potere dissolvente e trasportante possiede.

Non esiste alternativa salubre ai minerali, fuori dalla frutta e dalla verdura. Firmato Shelton.

Herbert Shelton, fa il suo sommario della situazione come segue:

1) Il corpo umano ottiene i suoi minerali esclusivamente da una dieta di frutta e di vegetali crudi.
2) Il corpo umano non può in nessun modo e in nessuna circostanza usare minerali inorganici. Le acque minerali che l’uomo beve, vengono purificate e demineralizzate dal corpo in fase di utilizzo (dove i minerali non usabili sono messi da parte) e sono tentativamente ripresi in fase di espulsione scorie.
3) L’acqua minerale (non pura e non distillata) è addirittura velenosa per il corpo umano.
La prova lampante è che nell’arco di 30 minuti-3 ore dopo la sua ingestione, essa causa leucocitosi,
ovvero proliferazione di globuli bianchi, segnale che la prima linea di fanti del sistema immunitario
è entrata in guerra difensiva contro di lei.
4) Non dovremmo mai bere acque dure, se non in circostanze straordinarie e in casi di emergenza-sete.
Assurdo tassare il corpo e costringerlo a sciupare energia per l’utilizzo dell’acqua.
Bere acque dure è un po’ come respirare aria viziata. Equivale quasi a fumare.
Andiamo allora alle Bermuda

Non basta quanto sopra? Non bastano le prove portate da Paul Kouchakoff alla 1° Conferenza Mondiale di Microbiologia di Parigi (1930)? Andiamo allora a cercare testimonianze più concrete.
Ci sono molte isole nel mondo, come ad esempio le Bermuda, dove non esiste altra acqua che quella piovana. La gente la raccoglie e la beve. Da quelle parti non esiste osteoporosi, carie, attacchi cardiaci, a condizione poi che la gente non indulga con la carne, il latte, il pesce e i cibi cotti.
Se interpelliamo gli specialisti italiani e francesi, nel campo della distillazione di acque marine, e della potabilizzazione acquea in genere, ne scopriamo delle belle.

C’è pure il cretinismo dei Pirenei

Se ci rechiamo invece nel punto dove esiste l’acqua più mineralizzata d’America, che è Saint Davids in Arizona, la gente è piena di problemi alle ossa, piena di carie e di osteoporosi, piena di cardiopatie.
Queste cose le sanno molto bene in America, ed è per questo che in USA l’acqua distillata si vende dovunque senza problemi, come del resto in tutta l’Asia e l’Africa.
Se andiamo sui Pirenei, tra Francia e Spagna, ci sono delle località note per l’alto tasso di cretinismo dei rispettivi abitanti. Cretinismo causato dalla ricchezza di calcio delle acque che bevono, calcio che finisce evidentemente nei meandri del cervello, impedendogli di funzionare al meglio.

Ippocrate non vedeva l’acqua di buon occhio

Già nel 1815 il medico londinese William Lambe, su un testo dal titolo Acqua e Dieta Vegetale, parlava diffusamente di queste cose.
E citava, guarda un po’, nientemeno che Ippocrate: Non ho nulla da dire a favore dell’acqua nelle malattie. Non disseta ma fa aumentare la sete. Nei biliosi fa aumentare la bile.
L’acqua opprime lo stomaco, fa ammalare e indebolire. Aumenta l’infiammazione del fegato e della milza, e non trova un ragionevole passaggio attraverso i reni.

Il vino, per certi versi sarebbe migliore dell’acqua dura

Ho un amico grande consumatore di vino, che mi adora quando dico queste cose.
Lui odia da sempre l’acqua.
E’ un po’ come il grande Fred Buscaglione che cantava: Se c’è qualcosa che mi fa tanto male è l’acqua minerale, miracolosa sarà ma, per piacere, io non la posso bere.
Il vino? In realtà sarebbe chimicamente meglio dell’acqua dura.
Purtroppo ha il grave difetto di essere fermentato, di ospitare tutta la materia organica dei fermenti, e soprattutto di essere alcolico, cioè nemico giurato dell’organo più importante che abbiamo, che è il fegato. Dire questo non significa teorizzare la fine dei bar. C’è sempre la strada virtuosa del succo di melograno, del succo di arancia, del succo di carote, che in tanti paesi del Medioriente vanno per la maggiore, come ad esempio nei bar dell’Iran.

E’ anche l’acqua dura e cotta a rendere velenose le bevande

Un ricercatore olandese di nome Van Swieten sosteneva pure che Not only tea and coffee, but also water is the evil, e cioè che i gravi danni causati alla gente dal the e dal caffè, dalle tisane e dalle bevande cotte in genere, non dipendono solo dai veleni ivi contenuti (caffeina, theina, ecc) ma anche dal veleno specifico chiamato acqua cotta.
L’uomo, un animale sprovvisto di becco e di lingua spaziosa, strumenti naturali per bere

Il dr Lambe conclude la sua tesi in modo chiaro ed esplicito:
Avendo dimostrato l’influenza dannosa dell’acqua, avendo condannato i liquidi contenenti spiriti, droghe e fermenti, ne consegue che l’atto del bere in generale è un vizio innaturale dell’uomo, indipendentemente da cosa stia bevendo.
L’uomo, in altre parole, non è un animale bevitore di liquidi. Ha dovuto inventarsi il bicchiere.
Ha dovuto fabbricarsi le bottiglie, intrappolatrici di sostanze devitalizzate e pastorizzate, oppure di bevande fermentate e alcoliche, nessuna di esse buona per la sua salute.
I succhi di frutta freschi, ottimi sotto ogni punto di vista, non sono da considerarsi bevanda ma cibo.

L’importanza della pioggia e delle docce

Riandando all’antichità, i Greci e soprattutto i Romani sono famosi per i loro lussuosi bagni e le loro straordinarie terme.
Pitagora, Ippocrate, Asclepiade e Galeno raccomandavano l’uso regolare dell’acqua, la nudità e il sole.
Il bigottismo delle religioni ebraico-musulmane e il Medioevo, cancellarono l’antica civiltà.
Il Rinascimento cominciò, non a caso, con la reintroduzione dei bagni e delle terme.
Cos’è la pioggia se non una doccia naturale? La pioggia fa meraviglie per la vita vegetale.
Tutte le piante diventano più fresche, brillanti, pimpanti, persino più erette, quando piove.
Uccelli e animali selvatici fanno i loro bagnetti naturali ogni volta che piove.
Pure noi dovremmo seguirli.

Per Trall, l’acqua è tutto fuorché un rimedio

Russell Thacher Trall (1812-1877), pioniere dell’American Natural Hygiene Society, in un editoriale del 1861, dichiarava che L’acqua non possiede alcun potere di cura verso nessuna malattia, e che soltanto La natura è il rimedio principe.
Le sue posizioni erano anche di tipo politico. Intendeva colpire il movimento idropatico americano che, sotto l’influenza della scuola tedesca, tendeva a risolvere ogni problema fisico con le miracolose cure dell’acqua, dimenticandosi che l’acqua poteva essere un valido coadiuvante, e che la cosa basilare restava quella di sconfiggere i perversi stili di vita degli americani.

Più pura è l’acqua e meglio è

Il dr H. Carrington, si chiedeva quale acqua bere, quanta e quando.
The purer the better (Più pura è l’acqua e meglio è) la sua sentenza.
I filtri in commercio sono una farsa. Separano meccanicamente le impurità dal liquido acqua, ma non toccano gli elementi gassosi ivi dissolti. La bollitura poi ammazza i microrganismi, ma non rimuove i loro cadaverini, ovvero la sostanza organica dell’acqua stessa.
La sola acqua pura è dunque quella distillata. Acqua cioè trasformata in vapore. Acqua che lascia i componenti solidi depositati dietro di sé e che si riconverte poi in acqua pura condensandosi in una campana fredda di vetro.
Non si corre il rischio di sopravvalutare l’importanza della purezza, in termini di acqua potabile.

Per lavare il sangue serve frutta acidula

Il dr James Jackson ricorda come le donne di casa dei tempi andati avevano persino difficoltà a lavare i panni con l’acqua dura. Ancor meno si può pensare che il sangue si possa depurare con essa.
Per lavare il sangue serve frutta leggermente acidula, come i limoni e gli agrumi in genere, i quali non solo purificano il sangue, ma anche disgregano i grumi cementati di minerali inorganici e colesterolo nelle arterie, quelli che causano l’ipertensione e le crisi cardiocircolatorie.
Tant’è che uno dei metodi tipici per liberare le arterie per via non-operatoria, è una cura intensiva di succo d’arancia.

Il sale aggiunto ai cibi, e i minerali delle acque dure e cotte, responsabili della decrepitezza

I minerali inorganici sono causa prima dell’invecchiamento umano, dei reumatismi e della rigidità articolare. Essi causano ossificazione, decrepitezza, senilità e morte precoce.
Qual è la fonte di tutto il materiale calcareo (calcio mal-depositato, sottoforma di fosfato e carbonato) che l’uomo si ritrova addosso?
Il sale che usa nei cibi, le acque dure che beve, le tisane che assapora e i cibi cotti che assume.

La peggiore acqua è quella del mare, seguita da quella del rubinetto cittadino

Per il dr R.W. Bernard, la peggiore acqua è quella del mare.
Poi viene l’acqua del rubinetto cittadino, clorata, fluorizzata, alluminata, contenente minerali inorganici che il corpo non può utilizzare.
Ma anche l’acqua del pozzo e della sorgente, pur apparendo belle e limpide, sono piene di minerali dannosi.
L’acqua distillata, bollita e vaporizzata, poi raffreddata e condensata, è la soluzione migliore, in quanto composta di solo idrogeno e solo ossigeno, le due sostanze che servono al corpo.

Qualità e limiti dell’acqua meteorica

Quando l’acqua piovana cade sulla terra, essa assorbe il biossido di carbonio, l’ammonio e gli altri gas solubili, e lava pure l’atmosfera dalle particelle di polvere e dalle impurità.
L’acqua più pura in natura è quella meteorica (pioggia o neve), raccolta in alta montagna a temporale inoltrato. Essa contiene però batteri e dovrebbe essere filtrata per l’uso potabile.
Essa riappare come acqua di sorgente ed è libera da ogni materia organica, ma resta ricca di gas e di minerali.
La durezza di quasi tutte le acque sorgive è dovuta principalmente al suo contenuto di bicarbonato di calcio, formatosi dall’azione dell’acido carbonico della pioggia che agisce sul materiale calcareo delle rocce.
L’acqua distillata pura si può dunque ottenere soltanto tramite procedimenti accurati di distillazione, usando materiale in vetro e ceramica.

C’è troppa incompetenza e corruzione nelle opinioni che circolano

Per il dr Otto Carque, l’idea che le acque dure siano benefiche perché forniscono calcio al sistema osseo, e che le acque dolci-leggere causino invece prelevamento di calcio, non ha nessun fondamento.
L’acqua distillata non priva in alcun modo il tessuto vivente di sali organici, come spesso asserito da ricercatori incompetenti o venduti ai produttori di acqua minerale e di bevande in genere.
Dispepsie e costipazione tra i disturbi causati dalle acque dure

Il calcio, per essere di aiuto al sistema-corpo, deve essere fornito solo ed esclusivamente nella forma organica, che è quella della frutta e delle verdure crude.
Le acque dure infatti causano dispepsia e costipazione, mentre con le acque distillate non esistono controindicazioni.
Non è un caso che le stesse farmacie propongano per l’alimentazione infantile acque leggerissime di alta montagna.

L’acqua distillata aiuta il sistema renale e prolunga la vita

I vegetali cotti in acque dure diventano più pesanti. Come nel caso dei legumi, dove il solfato di calcio dell’acqua forma legami indigeribili con la legumina, causando flatulenze.
Non esiste alcun dubbio sul fatto che l’uso di acqua distillata tende a prolungare la vita e non ad accorciarla, in quanto previene l’ossificazione delle arterie e alleggerisce il lavoro improbo del sistema renale.

La funzione più importante dell’acqua è quella di dissolvere ed eliminare

Il dr Luther Von Wedekind della Navy Yard di Brooklyn, ha scritto quanto segue:
Qualunque persona, medico o non medico, che abbia un minimo di conoscenza sul processo eliminativo (non solo delle tossine, ma anche degli escrementi), è in grado di riconoscere il valore terapeutico dell’acqua pura e distillata.
Basta che rifletta un istante sul fatto che un surplus di acqua pura non va in alcun modo ad oberare il sistema renali, ma trova facile eliminazione sia tramite esso che con i pori della pelle.
Il compito primario ed essenziale dell’acqua nel corpo umano, essenziale nei processi di digestione ed assimilazione, è quello di dissolvere i cibi. E di dissolvere pure le sostanze residue lasciate dai cibi stessi. L’acqua pura è ideale per questo scopo.
La quantità d’acqua necessaria dipende da varie circostanze, come clima e occupazione. Il bisogno viene indicato dallo stimolo della sete.

La purificazione non è un rimboccamento idrico, ma un processo elettro-chimico cellulare

La frutta contiene grosse quantità di acqua, vicine all’80 e al 90%.
I mangiatori di frutta e di vegetali crudi non hanno bisogno alcuno di acqua, visto che la stanno assumendo nella forma migliore e più pura, distillata dal laboratorio perfetto delle piante. In più, l’acqua distillata delle piante viene offerta in combinazioni organiche con altri elementi bilanciati, che arrecano grande beneficio al nostro sistema.
L’uomo non è fatto per bere acqua in abbondanza, e per incanalarla poi fuori facilmente.
Quello è un errore ideologico molto diffuso.
La purificazione dell’organismo umano è un processo elettro-chimico delle cellule viventi, e non un semplice rimboccamento.
I prodotti di scarto, tipo l’acido urico, l’acido solforico, l’acido carbonico, devono essere prima tamponati da elementi alcalini come il sodio, prima di poter trovare una via di scarico attraverso il sistema renale o attraverso la pelle.

Il sodio prezioso non viene dal sale ma dal sedano e dai prodotti vivi

Quel sodio prezioso non arriva di certo dal sale da cucina (che è inorganico e velenoso), ma dal sedano, dal crescione, dal tarassaco, dalle olive, dalle rape, dai cavoli, dalle carote, insomma da prodotti vivi.
Se la dieta è carente di sali organicati, l’acqua che beviamo non farà altro che complicare la situazione interna, anziché arrecare sollievo.
Le acque minerali, i caffè, i the, le bevande alcoliche, non forniscono nel modo più assoluto questi sali preziosi che servono a stoppare l’acidificazione interna, ma danneggiano ulteriormente il sistema circolatorio e il sistema linfatico.

E’ la dieta di frutta che fa passare la sete

Una dieta di frutta fa passare la sete, mentre due galloni di acqua al giorno ingrossano ed arrugginiscono l’organismo, senza dissetare.
Il miglior modo di regolare la fornitura acquea al nostro sistema è quello di adottare una semplice e frugale dieta, libera da sali inorganici, da spezie e condimenti, ma inclusiva di insalata cruda e di frutta a volontà.
In quel modo, la sete scomparirà, e si potrà al massimo bere mezzo bicchiere o un bicchiere di qualsiasi tipo di acqua al giorno, da bersi preferibilmente lontano dai pasti.

I minerali devono sempre essere in forma organico-colloidale e non inorganico-cristallina

Concludiamo con alcune battute del dr N.W. Walker, autore di un ottimo libro dal titolo Water can undermine your health (L’acqua può minare la tua salute).
Qualunque liquido deve passare nei microscopici vasi sanguigni del piccolo intestino e andare direttamente al fegato, assieme ai colloidi che contiene.
I colloidi sono particelle che devono unirsi ed assemblarsi in 50-125 milioni di unità per formare un inch o 25 mm.
E in questo caso di stratta di sostanze virtuose e naturali, in forma organica.
Quando beviamo invece acque dure e bevande con minerali inorganici o resi tali dalla cottura,
quei minerali rappresentano corpi estranei che interferiscono con le funzioni cellulari.
In altre parole, qualsiasi molecola minerale in forma cristallina, in forma macro-molecolare-inorganica più grossa di una micro-particella-colloidale, è in grado di soffocare e uccidere la cellula.

L’importanza primaria di rispettare il sistema ghiandolare endocrino

Le ghiandole adrenali, due capsule situate su ciascuno dei nostri reni, sono le fabbriche più prolifiche del corpo umano, in quanto generano una cinquantina di ormoni di diverso tipo.
Fanno parte come la pituitaria, la tiroide, il timo, il pancreas e il fegato, del sistema ghiandolare endocrino, e sono tutte dirette dall’ipotalamo.
Parliamo degli organi più importanti e vitali del corpo umano.
Ebbene essi hanno assoluto bisogno di acqua pura e distillata, per mantenere il loro costante bilancio idrico.

Milioni di persone schiave della nuova droga degli integratori

Milioni di persone apparentemente sane muoiono prima del tempo senza saperlo, a causa delle acque dure che assumono giornalmente, associate a cibi cotti ed intasati da minerali inorganici.
Milioni di persone combattono contro carenze di ferro e carenze di calcio, mentre sono stracariche di porcheria minerale inorganica ed inutilizzabile.
Milioni di persone schiave della nuova droga degli integratori, in lotta assurda ed impari contro le pale dei mulini a vento.

Nessuna catena è più forte del suo anello più debole

Il dr Walker ha le idee molto chiare su cosa serve al corpo umano per mantenersi in salute e lunga vita.
No chain is stronger than its weakest link (Nessuna catena è più forte del suo più debole anello) è il suo intelligente motto.
Questa è un’idea scientifica che si rifchiama alla legge del minimo di Liebig.

Norman Walker, ideologo dell’acqua distillata e dei succhi di frutta freschi

Se manca acqua biologica e se manca il minerale minimo di traccia, possiamo mettere dentro il nostro corpo minerali di ferro e di calcio a palate, senza mai risolvere le nostre carenze, perché è il più piccolo minerale a dettare legge, e non l’abbondanza degli altri.
Walker non è stato solo uno strenuo difensore dell’acqua distillata, ma anche il massimo ideologo dei succhi di frutta e di vegetali, dei magnifici succhi di sedano e carote, di cetriolo-bietole-carote, di mele e carote, che hanno portato e stanno portando immenso beneficio alle persone intelligenti e virtuose di ogni parte del mondo.

Valdo Vaccaro - Direzione Tecnica AVA-Roma (Associazione Vegetariana Animalista)
- Direzione Tecnica ABIN-Bergamo (Associazione Bergamasca Igiene Naturale)

mercoledì 5 maggio 2010

La stufa che sequestra la CO2

(Fonte: Qualenergia)
Si chiama Lucia Stove, brucia qualsiasi tipo di biomassa con un'efficienza altissima e come scarto dà carbone vegetale, in cui la CO2 rimane immagazzinata, usato come concime. Nata per sostituire le cucine a legna nei Pvs ha grandi potenzialità anche da noi per produrre energia elettrica e calore rinnovabili. Ne parliamo con l'inventore Nathaniel Mulchahy.
Permette di bruciare la biomassa con efficienze altissime e anziché produrre CO2 la sequestra in modo permanente. Inoltre batte tutti i concorrenti in quanto a semplicità di funzionamento e rapporto costi-benefici. È la Lucia Stove, un’innovazione nel campo della pirolisi - combustione in assenza di ossigeno - che negli ultimi mesi si è guadagnata l’attenzione di molti: la settimana scorsa sul nostro portale riportavamo il video in cui se ne spiega il funzionamento, tratto da un servizio che l’inserto tecnologico del Sole24Ore vi ha dedicato. Abbiamo cercato anche noi l’inventore, Nathaniel Mulchahy, americano residente in Piemonte, per sapere di più su questa stufa minimalista, nata per i bisogni delle popolazioni rurali dei paesi più poveri, ma che promette di avere interessanti ricadute anche per il settore delle agroenergie nostrane.

Il meccanismo alla base di questa stufa, come detto, è la pirolisi: un processo di combustione per gassificazione che si produce in assenza di ossigeno, lo stesso che si usa da sempre per produrre il carbone vegetale. Lucia Stove però rende la pirolisi molto più facile: “la novità - ci spiega Mulchahy - è che per la prima volta questo processo è ottenuto non in una camera di combustione chiusa, ma in una stufa aperta, dalla costruzione semplicissima e che ha un costo dai 30 ai 50 euro in contrapposizione con i 1.000-3.000 € dei pirolizzatori in commercio”. Lucia Stove, semplificando, sfrutta la dinamica dei fluidi, cioè un particolare sistema di circolazione dell’aria (coadiuvato da un piccolo ventilatore) per ottenere una combustione senza ossigeno che lascia come residuo carbone vegetale, il biochar, nel quale la CO2 resta immagazzinata, anziché venire dispersa in atmosfera e che può essere usato come concime.

Una volta accesa, la stufa fa sviluppare alla biomassa un gas sintetico, costituito da idrogeno, metano e monossido di carbonio, che bruciando forma una specie di cappa che consuma l’ossigeno impedendogli di entrare. Ed ecco che una semplice stufa componibile in 5 pezzi (smontate ve ne possono stare 15 in una scatola da scarpe) riesce a raggiungere un’efficienza di combustione del 93% con emissioni minime: circa il 6% di quelle di una caldaia a metano. “Un risultato molto buono se confrontato con il 7-12% di efficienza di combustione di un fuoco aperto – ci fa notare Mulchahy – ma anche con l’80% di una stufa a pellet, perché mentre in questi due casi il bilancio di CO2 è neutro, si rilascia cioè in atmosfera l’anidride carbonica immagazzinata dalle piante, con Lucia Stove il bilancio delle emissioni è negativo perché la CO2 resta nel biochar.”

Il progetto è iniziato 7 anni fa ad Haiti con l’obiettivo di migliorare le condizioni di vita delle popolazioni rurali dei paesi in via di sviluppo, riducendo nel contempo la deforestazione, causata dall’uso di legna sia per cucinare che per produrre carbone. Al momento ci sono progetti pilota in 27 paesi diversi dall’Uganda alle Filippine. “In Madagascar dove il carbone vegetale è una delle fonti di reddito principali, ad esempio – spiega l’inventore – normalmente si bruciano 5 tonnellate di carbone per produrne una di carbone che serve per cucinare. Con Lucia Stove invece da due tonnellate di biomassa se ne produce una di carbone e nel contempo si cucina. Con il vantaggio, in termini di lotta alla deforestazione, che la nostra stufa va alimentata con sterpaglie, residui agricoli, rami secchi, anziché con legna grossa”.

Ma le potenzialità di questo metodo di combustione vanno al di là delle realtà rurali dei paesi più poveri. Oltre a stufe di dimensioni più grandi e a caldaie, si sta lavorando all'applicazione della tecnologia di Lucia Stove a centrali a biomasse da 1,5 a 50 MW e, in collaborazione con il Politecnico di Milano, a piccoli impianti di cogenerazione, che usano cioè il calore del processo per generare energia elettrica. I costi esatti di questi impianti è ancora presto per saperli, ma il padre di Lucia Stove ci assicura che si tratterebbe di un modo di produrre energia economicamente competitivo con il fotovoltaico. Una soluzione particolarmente conveniente per industrie agroalimentari o aziende agricole, con le quali Mulchahy sta già collaborando, che si vedrebbero ripagate dell’investimento per un impianto da un chilowatt in circa 3 mesi”.

I cogeneratori basati sulla tecnologia di Lucia Stove, infatti, possono essere alimentati con qualsiasi tipo di biomassa purché abbia umidità inferiore al 30%, compresi quindi gli scarti agricoli di ogni genere che le aziende altrimenti dovrebbero pagare per smaltire. “Un’azienda in questo modo, oltre a risparmiare 30 euro a tonnellata che è il costo di smaltimento dei residui, ha riscaldamento ed elettricità gratis e produce biochar che ha un valore di mercato di 500-600 euro a tonnellata”.

venerdì 23 aprile 2010

Dedica di un padre al proprio figlio

Se un giorno mi vedrai vecchio, se mi sporco quando mangio e non riesco a vestirmi…..abbi pazienza. Ricorda il tempo che ho trascorso ad insegnartelo.
Se quando parlo con te ripeto sempre le stesse cose… non mi interrompere…… ascoltami. Quando eri piccolo dovevo raccontarti ogni sera la stessa storia finche’ non ti addormentavi.
Quando non voglio lavarmi non biasimarmi e non farmi vergognare… ricordati quando dovevo correrti dietro inventando delle scuse perche’ non volevi fare il bagno. Quando vedi la mia ignoranza delle nuove tecnologie, dammi il tempo necessario e non guardarmi con quel sorrisetto ironico. Ho avuto tutta la pazienza per insegnarti l’ABC.
Quando ad un certo punto non riesco a ricordare o perdo il filo del discorso … dammi il tempo necessario per ricordare e se non ci riesco non ti innervosire … la cosa piu’ importante non e’ quello che dico ma il mio bisogno di essere con te ed averti li che mi ascolti.
Quando le mie gambe stanche non mi consentono di tenere il tuo passo non trattarmi come fossi un peso… vieni verso di me con le tue mani forti nello stesso modo con cui io l’ho fatto con te quando muovevi i tuoi primi passi.
Quando dico che vorrei essere morto… non arrabbiarti un giorno comprenderai che cosa mi spinge a dirlo. Cerca di capire che alla mia eta’ non si vive, si sopravvive… Un giorno scoprirai che nonostante i miei errori ho sempre voluto il meglio per te e che ho tentato di spianarti la strada.
Dammi un po’ del tuo tempo, dammi un po’ della tua pazienza, dammi una spalla su cui poggiare la testa allo stesso modo in cui io l’ho fatto per te.
Aiutami a camminare, aiutami a finire i miei giorni con amore e pazienza... in cambio io ti daro’ un sorriso e l’immenso amore che ho sempre avuto per te.
Ti amo figlio mio e prego per te anche se mi ignori.
Papa'

lunedì 19 aprile 2010

Piccole azioni quotidiane per ridurre i rifiuti domestici

Come costruire e gestire una guida all'azione quotidiana per la riduzione dei rifiuti (Fonte: RifiutiLab)

Alcuni anni fa il Comune di Venezia promosse un progetto dal titolo CAMBIERESTI.
Più di 1.000 nuclei familiari, suddivisi in gruppi territoriali vennero chiamati per un anno a ragionare, aiutati da facilitatori, su stili di vita e di consumo, cercando di rendere entrambi più sostenibili.
Discussioni e pratiche virtuose investirono tutto l'arco dei comportamenti impattanti, dall'energia (in particolare si lavorò all'ottimizzazione dei consumi domestici), all'uso dell'acqua (non a caso Venezia è diventata leader nell'uso alimentare di acqua pubblica), all'alimentazione (nell'area veneziana si è avuta in questi anni una delle maggiori espansione dei GAS – gruppi di acquisto solidali – a livello nazionale), e via dicendo.

Non poteva mancare il tema dei rifiuti, ed è stato affrontato sulla base dei due elementi di fondo che hanno caratterizzato l'esperienza: il partire da se stessi, dalle proprie pratiche e la socialtà dell'approccio. Perciò il gruppo rifiuti si è occupato soprattutto delle loro prevenzione, segnalando le pratiche attraverso le quali ognuno di noi può dare il suo contributo a produrne di meno a partire da semplici gesti quotidiani.

Questo lavoro di inchiesta collettiva ha portato all'individuazione di 16 tipologie di beni dei quali indicare le azioni da fare per evitare che diventino rifiuti. Ne è nato un metodo per la ricerca delle “occasioni di prevenzione dei rifiuti” applicabile anche in altri contesti territoriali.

Infatti, se in in alcuni casi basta un gesto per prevenire il rifiuto (ad es. bevo acqua di rubinetto: non produco rifiuti da bottiglie di acqua minerale) in altri è necessario trovare le occasioni che me lo consentano (ad es., se voglio i detersivi alla spina o i pannolini lavabili al posto dei prodotti in confezioni usa e getta devo sapere dove trovarli …).

Ne è nato un Manuale, che si può scaricare per adeguarlo alla propria realtà presso il sito di AEres (Venezia per l'altra economia)
qui la fine del post

venerdì 16 aprile 2010

Dal Diario di un Cane...

Settimana 01. Oggi, è la settimana in cui sono nato; che gioia essere arrivato in questo mondo!
Mese 01. Mia mamma mi accudisce molto bene. E' una mamma esemplare.
Mese 02. Oggi, sono stato separato dalla mamma. Era molto inquieta e mi ha detto addio con lo sguardo. Speriamo che la mia nuova "famiglia umana" si occupi così bene di me, come l'ha fatto lei.
Mese 04. Sono cresciuto in fretta, tutto mi attrae e m'interessa. Ci sono parecchi bambini in casa; sono per me, dei "fratellini". Siamo dei monelli, mi tirano la coda e li mordo per giocare.
Mese 05. Oggi, mi hanno sgridato. La mia padrona mi ha ripreso perchè ho fatto "pipi" dentro casa, ma non mi avevano mai detto dove dovevo farla. Inoltre, dormo nella "riserva" ........e non protestavo.!

Mese 12. Oggi ho compiuto un anno. Sono un cane quasi adulto. I miei padroni dicono che sono cresciuto più di quello che immaginavano. Ah, come devono essere orgogliosi di me!

Mese 13. Oggi mi sono sentito molto male. Il mio "fratellino" mi ha preso la mia palla. Io non prendo mai i suoi giocattoli. Allora, me la volevo riprendere. Ma le mie mascelle sono diventate troppo forti e l'ho ferito senza volerlo. Dopo la paura, mi hanno incatenato; non posso quasi più vedere il sole. Dicono che mi tengono d'occhio, che sono un ingrato. Non capisco niente di quello che sta succedendo.

Mese 15. Tutto è diverso........vivo sul balcone. Mi sento molto solo, la mia famiglia non mi ama più. A volte dimenticano che ho fame e sete. Quando piove, non ho un tetto dove ripararmi.

Mese 16. Oggi mi hanno fatto scendere dal balcone. Ero certo che la mia famiglia mi avesse perdonato; ero così contento che saltavo dalla gioia. La mia coda si muoveva in tutti i sensi. Oltretutto mi hanno portato con loro per una passeggiata. Abbiamo preso la direzione dell'autostrada e di colpo, si sono fermati. Hanno aperto la portiera dell'auto e sono sceso tutto contento, credendo che stavamo per trascorrere la giornata in campagna. Non ho capito perché hanno richiuso la portiera e sono partiti. " Ehi, aspettate! mi state dimenticando!.........mi sono messo a correre dietro l'auto con tutte le mie forze. La mia angoscia aumentava quando mi accorgevo che stavo per svenire e.....non si fermavano: mi avevano dimenticato.

Mese 17. Ho tentato invano di ritrovare la strada per casa "mia". Mi sento e mi sono perso. Sul mio cammino, trovo persone di buon cuore che mi guardano con tristezza e mi danno un pò da mangiare. Li ringrazio con lo sguardo e dal profondo del mio cuore. Mi piacerebbe che mi adottassero; sarei leale e fedele come nessuno al mondo. Ma dicono solo "povero, piccolo cagnolino", si sarà perso!!!!!!!!!

Mese 18. Qualche giorno fà, sono passato davanti a una scuola e ho visto tanti bambini e giovani come i miei "fratellini". Mi sono avvicinato e un gruppetto, ridendo, mi ha lanciato una pioggia di sassi per "vedere chi aveva la mira migliore". Una della pietre mi ha rovinato un occhio e da quel giorno non ci vedo più, da quella parte.

Mese 19. non ci crederete, ma la gente aveva maggiore pietà per me quando ero più bello. Adesso sono molto magro, il mio aspetto è cambiato. Ho perso un occhio e la gente mi fa scappare a colpi di scopa quando provo a trovare un piccolo riparo all'ombra.

Mese 20. Non mi muovo quasi più. Oggi, tentando di attraversare la strada dove circolano le auto, mi hanno preso sotto. Pensavo di essere al sicuro in quel luogo chiamato fosso, ma non dimenticherò mai lo sguardo soddisfatto dell'autista che si è addirittura buttato di lato per schiacciarmi. Almeno mi avesse ucciso. Ma mi ha solamente rotto l'anca. Il dolore è terribile, le mie zampe dietro non reagiscono più e mi sono issato con molta difficoltà, verso un pò d'erba ai lati della strada.

Mese 21. Sono 10 giorni che sto sotto il sole, la pioggia, senza mangiare. Non mi posso muovere. Il dolore è insopportabile. Mi sento molto male; è un luogo umido e direi che il mio pelo sta cadendo. La gente passa, nemmeno mi vedono, altri dicono "non ti avvicinare". Sono quasi incosciente, ma una forza strana mi fa aprire gli occhi......la dolcezza della sua voce mi ha fatto reagire. Lei diceva" povero piccolo cane, in che stato ti hanno ridotto"......con lei c'era un signore con una veste bianca, mi ha toccato e ha detto "mi dispiace, cara signora, ma questo cane è incurabile, è meglio mettere fine alle sue sofferenze". La signora gentile si è messa a piangere ma ha approvato.
Non so come, ma ho mosso la coda e l'ho guardato, ringraziandolo per aiutarmi a trovare finalmente riposo. Ho sentito solo la puntura della siringa e mi sono addormentato per sempre chiedendomi perchè fossi nato se nessuno mi voleva.

La soluzione non è di buttare un cane sulla strada ma di educarlo. Non trasformare in un problema una compagnia fedele. Aiuta a fare prendere coscienza e a mettere fine al problema dei cani abbandonati.

La pulizia del Fegato

(Terapia della dr.ssa H. Clark)
Questa procedura (N.B.: non è una terapia medica né una sollecitazione ad abbandonare terapie in corso) contraddice molti punti di vista della moderna medicina. Tuttavia va sottolineato che questi sono solo dei punti di vista che pretendono di essere realtà oggettive, mentre è di comune esperienza che diversamente la realtà si manifesta da sé e possiamo solo esserne testimoni, prendendone atto. Si pensa che i calcoli biliari si formino nella cistifellea, non nel fegato. Si pensa che siano pochi, e non migliaia. I calcoli non vengono collegati ai dolori, tranne nel caso di un attacco alla cistifellea o colecistite, conseguenza di un'ostruzione delle vie biliari. E' facile capire perché si pensi questo: nel momento in cui si ha una crisi acuta di dolore, alcuni calcoli effettivamente si trovano nella cistifellea, sono abbastanza grossi e calcificati da essere visti ai raggi X, ed hanno effettivamente causato un'infiammazione lì. Quando viene premurosamente rimossa la cistifellea dal medico, gli accessi acuti scompaiono, ma le borsiti con altri dolori e i problemi digestivi rimangono.
Le persone a cui è stata chirurgicamente tolta la cistifellea producono lo stesso tanti calcoli verdi, coperti di bile, e chiunque si metta a sezionare i propri calcoli espulsi col metodo della dr.ssa Clark (indolore) può vedere che i cerchi concentrici e i cristalli di colesterolo sono esattamente uguali alle figure di "calcoli biliari" che si trovano nei libri di testo.
Il ciclo di pulizia del fegato va eseguito diverse volte a intervalli di 2-3 settimane di distanza (non se si è malati o si stanno assumendo dei farmaci, in tal caso bisogna obbligatoriamente parlarne col proprio medico curante perche' vi possa consigliare al meglio) fino a quando spariscono i calcoli biliari nel materiale defecato. Il periodo migliore per eseguire la pulizia è in luna calante, perché è la fase che governa la parte bassa del corpo.
Per avere un idea, in tutto possono uscire anche 2000 calcoli!!
A volte i canali del fegato sono pieni di cristalli di colesterolo che non si sono ancora trasformati in sassi e si presentano come una schiuma marrone che galleggia nel WC formata da milioni di piccoli cristalli.
La pulizia del fegato non è affatto pericolosa. Nessuno è stato male, il peggio che può capitare è che non abbia effetto. Se accade, molto spesso è perche' il fegato contiene parassiti vivi e va eseguita preventivamente una cura antiparassitaria prima di rifare la pulizia. 

Per una buona preparazione e riuscita della terapia la settimana precedente mangia solo cereali, verdura e frutta, niente proteine (quindi no a carne, uova, latte/formaggi).

Cosa ho bisogno per un ciclo la pulizia del fegato?
- 4 bustine di sale Epsom (chiamato anche sale inglese, solfato di magnesio o MgSO4), le trovi in farmacia, sono un potente lassativo che ha la proprietà di aprire i dotti biliari.
- 0,125 L di olio di oliva extra (+o- un bicchiere da vino)
- 4 pompelmi rosa piccoli oppure 2 grandi, da spremere per almeno 0,17 L di succo (aiuta a coprire il gusto dell’olio di oliva ed è l'unico che riesce ad emulsionarsi con l'olio)
- 6 capsule di ornitina (aiuta a dormire - io non le ho mai prese -per pigrizia di cercarle- e ha sempre funzionato bene ugualmente)
- 1 contenitore da almeno ½ litro (tipo barattolo da marmellata) per miscelare l’olio di oliva con il succo di pompelmo (è possibile anche usare il mixer se disponibile)
Come si esegue la procedura per la pulizia del fegato?
Considera che devi stare a digiuno completo dalle 14 alle 14 del giorno dopo, quindi scegliete due giorni -soprattutto il secondo- in cui poter stare tranquilli in casa.
Per una buona preparazione e migliore riuscita della terapia la settimana precedente evitate le proteine animali (quindi niente carne, uova né latte/formaggi), solo cereali, verdura e frutta.
Il giorno X, previsto per la pulizia:
Mattina: Non assumere medicinali o vitamine che non sono assolutamente necessari, per non compromettere il risultato.
Colazione e pranzo leggeri, non assumere nessun grasso né proteine (albume).
Per esempio: fiocchi di avena, cereali con frutta, succo di frutta, pane e marmellata o miele (niente burro o latte), patate, pasta (senza uovo), riso, verdura. In questo modo la bile si può accumulare nella cistifellea portando con se una quantità maggiore di calcoli biliari al momento opportuno.
Importante: non variare più di 10/15 minuti la tempistica.
Se cambi la ricetta potresti aspettarti dei problemi. Il fegato è molto sensibile ai dettagli.
14:00:
Non mangiare e non bere più nulla.
18:00:
Bevi la prima bustina di sale Epsom sciogliendola bene in un bicchiere d'acqua fredda; per mitigare il saporaccio puoi spremerci del limone. C'è che si aiuta con la cannuccia, in modo che la soluzione vada direttamente in gola senza venire in contatto con la lingua così da sentire meno possibile il sapore amarissimo, personalmente preferisco mandar giù tutto molto velocemente con una bella sorsata. Dopo aver bevuto puoi sciacquare la bocca con acqua fresca e berne un paio di sorsi.
Lascia agire il sale e vai a svuotare l'intestino, anche più volte se ne senti il bisogno.
20:00:
Bevi la seconda bustina di sale Epsom (0,2 L). Cerca di non svuotare subito l'intestino, lascia agire il sale inglese per un po' e poi scaricati. E' probabile che dopo due dosi di sale inglese esca anche solo acqua, è normale, lo scopo è pulire bene il canale.
21:45:
Prepara il beverone: spremi i pompelmi (0,17 L di succo) e miscela il succo ottenuto con 0,125 L di olio di oliva e qualche goccia di limone (nel barattolo tipo marmellata, così puoi bere direttamente come se fosse un bicchiere).
Sforzati di andare al bagno un'ultima volta, dopo dovrai stare a letto fino alla mattina.
22:00:
Agita con forza la miscela olio-pompelmo oppure agitala con il mixer e bevi il tutto nei 5 minuti successivi (insieme alle 6 capsule di ornitina, se non le hai fa niente). Il sapore è quello di un succo di frutta.
Fondamentale: appena finito di bere la miscela, sdraiati sul letto con la pancia rivolta verso l’alto, con la testa leggermente rialzata. Il fegato lavora meglio da sdraiato. Tieni le braccia in alto dietro la testa in modo da aiutare la spinta sul fegato.
Ascolta quello che succede nel fegato (sulla parte bassa destra del tuo torace), il materiale biliare si sta spostando nell'intestino. Cerca di stare perfettamente immobile almeno 20 minuti in quella posizione. Addormentati tranquillo, non sentirai alcun dolore.
Per il risultato finale è importante riuscire a dormire. Se durante la notte dovessi avere urgente bisogno del bagno, vai pure ma se riesci è meglio aspettare al mattino seguente.
Il giorno seguente:
Appena sveglio, prendi la terza bustina di sale Epsom (0,2 L) non prima delle 6:00, se vuoi, poi puoi tornare a letto. Questa dose è quella che ti svuota l'intestino dai calcoli che sono stati espulsi dal fegato.
Quando ti sei svuotato l'intestino, se vuoi controllare cosa è uscito prendi un pentolino pieno d'acqa e versalo delicatamente più volte per pulire l'acqua nella tazza e osservare i calcoli (metti un guanto di lattice, lasciali asciugare sulla c.igienica e fanne una foto a memoria)
2 ore dopo, prendi la 4 e ultima bustina di sale Epsom (0,2 L) se vuoi, poi puoi tornare a letto. Può darsi (a me è successo così la 2a volta che ho fatto la cura) che ci siano ancora calcoli da espellere, anche in quantità maggiore.
Dopo altre 2 ore puoi ricominciare a mangiare. Inizia con del succo di frutta naturale, senza zucchero. Mezz'ora dopo mangia frutta. Un'ora dopo puoi mangiare del cibo normale, ma fai un pasto leggero.
Per cena ti sentirai completamente bene, molto più energico e la sensazione proseguirà nei giorni successivi.

lunedì 12 aprile 2010

Ciliegia, arancia e consumismo

(Di Enzo Baglieri, direttore della Unit Produzione e Tecnologia della Sda Bocconi)

Nel comune concetto di filiera corta, sostenibile ed etichette "bio" possono esserci equivoci.
Il timore di patologie di origine animale, un maggiore discernimento nell’acquisto di alimentari e il consolidamento di visioni identitarie e localiste hanno fatto maturare negli ultimi anni una forte sensibilità della domanda verso forme di consumo ‘sostenibili’. Ne sono nate in diverse regioni soprattutto del nord Italia iniziative tese a privilegiare i prodotti locali o a ‘km zero’, che hanno favorito la nascita di una rete locale a km zero e che inducono a pensare alla creazione di una apposita etichetta di ‘sostenibilità’. Nel 2008 queste iniziative hanno favorito l’approvazione ad es. della legge regionale Veneto n.7/2008, che prevede la presenza di alimenti legati al territorio, nelle mense di asili nido, scuole, ospedali, residenze per anziani e nei menù della ristorazione. Vanno però distinti i prodotti ‘locali’ e ‘legati al territorio’ dal concetto  ‘sostenibili’.
Il recente aumento di sensibilità verso il consumo “sostenibile” si è implicitamente tradotto nel recupero sia di modelli produttivi diversi dalla grande industria, sia del concetto di identità locale. Non esiste garanzia, tuttavia, che il prodotto locale sia per definizione sostenibile, poiché sono ormai rare le forme di produzione che non fanno ricorso a soluzioni meccanizzate e all’impiego di materiali ausiliari di sintesi (fertilizzanti, insetticidi, ecc.). Anche il cosiddetto “biologico” che è sostenibile se si associa a catene distributive molto corte e all’impiego di soluzioni logistiche (=trasporto) sostenibili, perde la sua sostenibilità quando la filiera si allunga  pur restando biologico, come ad esempio i prodotti "bio" della grande distribuzione. La nascita di nuove forme distributive quali i farmer market, i farm shop o la consegna a domicilio continueranno così ad alimentare la confusione tra il concetto di territorialità e di protezione del patrimonio locale e quello di sostenibilità, almeno fino all'introduzione di una formula oggettiva di certificazione della sostenibilità dei processi e delle tecnologie di coltura, allevamento, produzione e trasporto.
Negli ultimi 50 anni i metodi di coltura e allevamento tradizionali sono stati trascurati a vantaggio di una forte meccanizzazione dei processi produttivi, dell’utilizzo di sostanze di sintesi a protezione delle colture, della selezione delle varietà per la robustezza della coltura, l’aspetto estetico e la ‘trasportabilità’. Le prassi sostenibili dei nostri avi (come la combinazione tra allevamento animale e colture praticate per facilitare la chiusura del ciclo dei rifiuti di entrambe le produzioni, e l’adozione di sostanze naturali a protezione della coltura) non si adeguano con la richiesta di produttività che è seguita allo sviluppo dei grandi sistemi distributivi organizzati. 
Il risultato delle moderne tecniche colturali per far fronte alla domanda dei consumatori è, tra. l'altro, l'aumento di una domanda sensibile alla varietà e slegata dalla stagionalità del consumo. La soddisfazione della domanda si è tradotta però in una sostanziale globalizzazione della fornitura agro-alimentare e in una crescita del potere contrattuale della grande distribuzione.
Dal punto di vista della tutela del consumo, dunque, la questione non sta tanto nell'acquisto di prodotti locali quanto piuttosto nell'introduzione di un sistema che garantisca un'adeguata qualità degli stessi, dal momento che le tecniche colturali sono sostanzialmente le medesime della grande distribuzione, come abbiamo visto.
In ultima analisi, bisognerebbe riflettere sui modelli di consumo: finché il consumatore continuerà a voler comprare ciliegie in inverno e arance in estate sarà impossibile progettare sistemi di produzione, trasporto e distribuzione che siano implicitamente anche sostenibili.
(Fonte: Via Sarfatti 25)

venerdì 2 aprile 2010

I petrolieri finanziano la disinformazione sul problema clima: lo sapevate?

(Fonte: Qualenergia)
Soldi dei petrolieri continuano a finanziare la "disinformazione" sul problema clima. Cifre impressionanti a sostenere un’estesa rete di think-tank, scienziati e media. L’ultima prova in un’inchiesta di Greenpeace su Koch Industries, gruppo chimico-petrolifero poco noto al pubblico ma che è tra le più grandi società private statunitensi e mondiali (vedi allegato). Un dossier impressionante zeppo di cifre e casi di manipolazione.

Ad esempio, a gonfiare il “Climate Gate” - lo “scandalo” nato con alcune e-mail rubate da cui si desumerebbe la “malafede” di alcuni climatologi che avrebbero esagerato gli effetti del global warming (Qualenergia.it - Hacker negazionisti mentre il clima cambia davvero) – 20 organizzazioni sul libro paga di Koch.
E quel “lavoro scientifico” (Dyck, Soon et al, 2007 “Polar bears of western Hudson Bay and climate change" - in realtà un “punto di vista” e non uno studio peer reviewed) uscito nel 2007 e ampiamente ripreso dai media, in cui si diceva che i ghiacci dell’Artico si scioglievano più lentamente del previsto e che gli orsi bianchi non erano in pericolo? Finanziato da ExxonMobil, American Petroleum Institute e la Charles G. Koch foundation.

Insomma, il negazionismo è vivo e lotta …contro di noi. Solo si nasconde meglio ed è diventato più sottile. Certo, a parte le uscite fuori dal tempo di governi come il nostro o quello polacco: difficile dimenticare Berlusconi che dichiara che occuparsi di clima in tempi di crisi economica è “come se uno che ha la polmonite pensi a farsi la messa in piega” o la mozione negazionista di alcuni senatori di maggioranza” (Qualenergia.it - Cosa pensa il Governo dei cambiamenti climatici?).
Siamo in un'epoca in cui il fatto che i cambiamenti climatici siano un problema grave, causato dalle emissioni di CO2 antropogenica e da affrontare riducendo con decisione il gas serra è un assunto condiviso praticamente da tutti – tanto da essere la base da cui sono partiti i negoziati internazionali sul clima. Anche le grandi corporation del petrolio hanno ormai preso tutte ufficialmente le distanze dalle posizioni negazioniste del passato.

Eppure da vari think-tank continuano periodicamente ad arrivare report che minimizzano le conseguenze del riscaldamento, ne mettono in dubbio la responsabilità umana oppure fanno stime terroristiche dell’impatto economico che avrebbero le misure richieste per ridurre le emissioni. C’è ancora qualcuno che tira i fili?
Negli anni ‘90 ad orchestrare la campagna mediatica per negare il problema clima era la famigerata Global Climate Coalition, lobby che raccoglieva 75 grandi industrie legate in qualche modo ai combustibili fossili, tra cui Exxon Mobil, Shell, BP, Dupont, Chrysler, Chevron, General Motors e Good Year (Qualenergia.it - Negazionisti che sapevano di mentire). Con il passare degli anni l’azione della lobby era divenuta sempre più evidente e le posizioni negazioniste più difficili da sostenere apertamente: le aziende - BP e Shell prime fra tutte - avevano abbandonato l’associazione che nel 2002 si è sciolta definitivamente.

I soldi dei petrolieri però, a quanto pare, non hanno mai smesso di fluire verso le casse di chi produce “informazione” o “evidenze scientifiche” che mettano in dubbio l’urgenza di misure che li danneggino, come appunto quella di ridurre le emissioni. Le ultime prove arrivano appunto dall’inchiesta di Greenpeace. Si scopre ad esempio che Exxon Mobil, nonostante dichiari di aver “sospeso i finanziamenti a fondazioni le cui posizioni scientifiche distraggano dal dibattito su come il mondo possa ottenere in maniera ecologicamente responsabile l’energia necessaria alla crescita economica” - ha elargito negli ultimi 3 anni 8,9 milioni di dollari a fondazioni negazioniste.

Ma al centro del dossier di Greenpeace c’è come detto Koch Industries, gigante dai 100 miliardi di dollari l’anno di fatturato, attivo in 60 paesi, anche se relativamente sconosciuto al pubblico. Sono 24,9 i milioni di dollari che Koch, attraverso le sue controllate, ha speso dal 2005 al 2008 per finanziare i negazionisti. Contributi milionari ad una rete di fondazioni, centri studi e associazioni con un unico obiettivo: impedire o ritardare politiche di riduzione delle emissioni. L’elenco dei beneficiari contenuto nel dossier è lungo e impressionate.

L’“Hot Air Tour” negazionista organizzato negli Usa dalla Americans for Prosperity Foundation ad esempio è stato possibile grazie a oltre 5 milioni di dollari elargiti da Koch. La Heritage Foundation, think-tank che cerca di minimizzare il problema global warming e frena sulle politiche ambientali, di milioni ne ha presi uno, così come il conservatore, Cato Institute, in prima linea nel montare il “Climate Gate”. Al Manhattan Institute, che ha più volte ospitato conferenze della star negazionista Bjorn Lomborg, Koch ha regalato 800mila dollari. La Foundation for Research on Economics and the Environment, che sostiene che il riscaldamento globale sia inevitabile e, dunque, le misure per contrastarlo una spesa inutile, si è invece meritata 365mila bigliettoni da Koch, solo 5mila in più rispetto al Pacific Research Institute for Public Policy promotore di “An Inconvenient Truth…or Convenient Fiction”, il film fatto per contestare il famoso documentario di Al Gore, “An inconvenient truth”. Tax Foundation, think-tank da cui è uscito un report che metteva in guardia sui costi delle politiche ambientali volute da Obama, è stato invece finanziato da Koch con 325mila dollari.

Una rete notevole, anche perché si sta parlano solo della parte di finanziamenti alla luce del sole: quella che le fondazioni legate Koch sono obbligate a rendere pubblica. A tutto questo vanno poi aggiunti i soldi spesi per lobbying diretta verso i politici Usa: dal 2006 al 2009 per sensibilizzare senatori e deputati verso i propri interessi, Koch ha speso 37,9 milioni di dollari. Molto, ma meno di ExxonMobil (87,8 millioni) e Chevron (50 milioni).
L’arrivo alla presidenza di Obama, d’altra parte, ha segnato un’intensificazione delle attività di lobbying dell’industria delle fonti fossili, preoccupata dalle intenzioni ambientaliste del presidente democratico. Già nella primavera scorsa Usa Today riportava che utility e industrie legate all’energia avevano aumentato del 30% la spesa in lobbying rispetto all’epoca Bush. C’è solo da sperare che quei soldi non siano stati ben spesi. Anche se il tormentato iter della legge americana sulle emissioni – annacquata e ancora bloccata al Senato - farebbe pensare che, al contrario, l’investimento dei petrolieri stia dando i suoi frutti.

mercoledì 24 marzo 2010

Dal consumismo alla sostenibilità: il rapporto State of the World 2010

Trasformare la cultura del consumo sta diventando una necessità, non più solo uno stile di vita.
I problemi sociali ed ecologici con i quali ci stiamo confrontando dimostrano il fallimento della cultura del consumismo. Basata sull’individualismo, sulla massimizzazione dei profitti nel breve termine, e sulla convinzione per cui la realizzazione personale sta in ciò che si ha, questa cultura ha generato una quantità di problemi "apparentemente" insolubili: la crisi climatica, le ineguaglianze tra gli individui e gli stati e un’insopportabile infelicità legata al nostro stile di vita.
È quindi urgente un’inversione di rotta che conduca a una cultura basata sulla sostenibilità. I cambiamenti culturali avvengono però solo quando si sommano le spinte provenienti da una molteplicità di attori sociali: gli individui prima di tutto, ma anche la scuola e le varie forme di comunità, i media, l’arte, il mondo degli affari e la politica. Il rapporto State of The World 2010 esplora i confini di questa nuova cultura e ci presenta i suoi protagonisti, nella convinzione che un mondo più sostenibile è un mondo più sano, più giusto e, soprattutto, più felice.

Worldwatch Institute, fondato nel 1974, è considerato il più autorevole osservatorio sui trend ambientali del nostro pianeta. L’Istituto ha come obiettivo quello di favorire il passaggio verso una società sostenibile, in cui dare risposta ai bisogni umani senza minacciare la sopravvivenza dell’ambiente naturale e le prospettive delle generazione future. L’Istituto opera attraverso ricerche e studi interdisciplinari sui temi emergenti di interesse globale.

L’edizione italiana del famoso rapporto State of the World del Worldwatch Institute la si può acquistare qui, è curata da Gianfranco Bologna, docente alla Scuola di Specializzazione in gestione dell’ambiente naturale e delle aree protette (oggi laurea specialistica) all’Università di Camerino dove insegna gestione delle risorse naturali e sostenibilità dello sviluppo. Direttore scientifico e culturale del WWF Italia e segretario generale della Fondazione Aurelio Peccei, ha scritto diversi libri sulla natura e sullo sviluppo sostenibile.

giovedì 18 marzo 2010

Elezioni regionali e programmi: no alla chimera nucleare, costosissima follia antieconomica

Hai pensato a cosa succederà se il futuro Presidente della tua regione appoggerà il ritorno al nucleare?
Come cambierà la tua vita quando ti ritroverai una centrale nucleare sotto casa? Se non vuoi scoprirlo, chiedi ai candidati alle elezioni regionali del 28 e 29 marzo di dire NO al nucleare!
Con la legge 99/2009 il Governo sta provando a imporre la localizzazione delle centrali, schiacciando le competenze delle Regioni. Per questo, ben 13 Regioni hanno
fatto ricorso alla Corte Costituzionale.

È importante che i candidati alla carica di futuri Governatori prendano posizione contro il nucleare, prima delle elezioni del 28 e 29 marzo. Molti candidati - appoggiando o non opponendosi chiaramente e con fermezza ai piani nucleari del governo - collaborano a riportare il nucleare in Italia: sono i candidati nucleari.

Firma l'appello di GREENPEACE contro il nucleare: siamo già più di 69.000 a dire stop al nucleare!

Andrea Lepore, responsabile della campagna nucleare di Greenpeace, spiega benissimo i motivi per cui il nucleare italiano è solo una chimera e perché è necessario abbandonare questa follia assoluta.
Ripassiamone i punti principali: innanzitutto la reperibilità della materia prima, l’uranio, che non cresce certe nei giardini delle nostre case e non risolverebbe in nessun modo il problema della dipendenza energetica.
A seguire lo smaltimento delle scorie radioattive, un problema mai risolto se pensate che ci stiamo ancora palleggiando con la Francia quelle prodotte dalle poche centrali attive fino alla metà degli anni Ottanta in Italia.

E infine, i costi. Come spiega bene Andrea nel video girato proprio all’interno della Rainbow Warrior, la nave di Greenpeace, il nucleare di terza generazione è tuttaltro che sicuro. Meno che mai economico. Un esempio eclatante è il cantiere di Olkiluoto, in Finlandia, dove la francese Areva sta cercando da quattro anni di costruire un reattore di terza generazione (Epr) con ritardi tuttora incalcolabili, problemi di sicurezza e crescita esponenziale dei costi. E non sanno per quando sarà pronto il reattore.

Se l'efficiente e organizzata Finlandia ha questi problemi da gestire, viene da domandarsi con preoccupazione cosa potrà succedere in Italia, dove comitati nimby (acronimo inglese per Not In My Back Yard, lett. "Non nel mio cortile", indica un atteggiamento di protesta contro opere di interesse pubblico che hanno, o si teme possano avere, effetti negativi sui territori in cui verranno costruite) e problemi burocratici di tutt'altra risma rispetto a quelli finlandesi sono in grado di tenere bloccati cantieri per anni anche per realizzare impianti di modeste dimensioni e d'impatto ambientale assai meno problematico .

domenica 14 marzo 2010

Il frigorifero di Einstein ad assorbimento. Caratteristiche, vantaggi e possibilità

(Fonte: Genitronsviluppo)

Il progetto di Albert Einstein del frigorifero ad assorbimento è ritornato ultimamente d’interesse internazionale a causa dell’obbligo della riduzione degli agenti inquinanti, come la riduzione dei gas serra e con la possibilità di utilizzare energie alternative quali solare (il fotovoltaico), il biogas, i biocarburanti, ecc. ecc.
In Italia da oltre 30 anni Tiziano Luoni si occupa di questo sistema di refrigerazione che nel frattempo ha incrementato e sviluppato con applicazioni nei più svariati settori industriali e commerciali. Si tratta di refrigerazione ad assorbimento pura, cioè senza l’ausilio di pompe o altri strumenti con funzionamento elettrico. Dall’esperienza pluriennale di Tiziano Luoni nasce EuroFridge per realizzare apparecchiature di raffreddamento che possono funzionare con ogni tipo di alimentazione (AC, DC, Gas GPL, Metano, Petrolio, pannelli solari o fotovoltaici), come spiega “l’importante è avere una qualsiasi fonte di energia e di riscaldamento”.

* Caratteristiche e Vantaggi di un Frigorifero di Einstein ad Assorbimento

Una delle caratteristiche fondamentali dei frigoriferi ad assorbimento di Einstein è l’assoluta silenziosità e la durata nel tempo, in quanto in questi dispositivi non vi è la presenza di organi e meccanismi in movimento che con il tempo potrebbero logorarsi. La conseguenza è la possibilità di utilizzare i frigoriferi ad assorbimento in numerose situazioni in quanto si trova molto facilmente la possibilità di alimentarli senza problemi. “Abbiamo alcuni clienti che ci portano il loro frigorifero ad assorbimento, dopo 20 anni di vita, per una semplice revisione e così rimetterlo in funzione. E’ importante, per ottenere un prodotto di estrema qualità, seguire un determinato processo produttivo, utilizzare materiali specifici e soprattutto molto importante, la pulizia dell’ambiente di lavoro dove di frigoriferi di Einstein vengono prodotti.”

Altri ottimi motivi per scegliere un frigorifero di Einstein ad assorbimento riguardano:

1. Alimentazione anche ridotta. Funzionamento ottimale anche con alimentazioni ridotte. La giusta alimentazione fornirà la massima efficienza.
2. Basso costo di manutenzione. I frigoriferi ad assorbimento funzionano senza parti meccaniche in movimento evitando così l’usura. La ridotta necessità di assistenza tecnica non richiede parti di ricambio. L’unico inconveniente può essere dato dalla resistenza, ma visto il montaggio estremamente semplice, sostituirla occorreranno solo pochi minuti.
3. Resistenza e vita molto lunga. L’uso di materiali di estrema qualità assicura prestazioni durevoli nel tempo.
4. Certificazioni riconosciute. I gruppi ad assorbimento montati sugli elettrodomestici sono stati approvati e certificati in tutti i paesi.

frigorifero, frigorifero einstein, frigorifero einstein 1930, frigorifero camfridge, camfridge frigoriferi, frigorifero einstein 1930, camfridge 1930

* Composizione di un Gruppo ad Assorbimento

I frigoriferi di Einstein con il suo gruppo ad assorbimento si compone di 5 parti essenziali:

1. Caldaia. Dove inizia l’intero ciclo, dove viene installata la fonte di calore (resistenza elettrica, bruciatore biogas, bruciatore biocarburanti, ecc. ecc.) e dove la soluzione di acqua ed ammoniaca inizia il circolo.
2. Condensatore. Dove avviene la separazione dell’acqua dalla ammoniaca, e dove la stessa si immette nell’evaporatore.
3. Evaporatore. Dove l’ammoniaca quasi pura incontra il gas ed evapora sottraendo calore all’ambiente esterno, cella frigorifero, freezer ecc.
4. Assorbitore. Dove l’acqua utilizzata per trasportare l’ammoniaca assorbe calore per ridurre la sua temperatura.
5. Serbatoio. Dove l’acqua e l’ammoniaca, dopo aver compiuto il loro intero ciclo, si ritrovano, si miscelano ed entrano in caldaia per ricominciare a circolare nuovamente.

* Produzione e Specifiche di un Frigorifero ad Assorbimento

Tutti questi componenti devono essere costruiti rigorosamente in un acciaio speciale, altrimenti l’ammoniaca intacca e corrode il metallo. Tutti i tubi vengono saldati assieme, provati ad una pressione almeno doppia rispetto la pressione di lavoro e testati in una vasca con un prodotto antiossidante per verificare la tenuta di tutte le saldature. Una volta passati tutti i controlli di pressione e realizzato il sistema (assorbitore, condensatore e caldaia) viene fatto un collaudo visivo affinché si possa verificare se l’apparecchiatura funzioni ed un periodo di una decina di giorni di riposo entro i quali si ha la certezza che in caso di perdita di qualche saldatura, questa venga segnalata con una fuoriuscita di ammoniaca.

“Trascorso questo periodo, il gruppo ad assorbimento è pronto per la verniciatura, fase finale e molto importante. La verniciatura deve essere compiuta con un metodo che protegga necessariamente l’acciaio dalle ossidazioni, in conseguenza del fatto che il frigorifero di Einstein è soggetto al formarsi e allo sciogliersi del ghiaccio. L’evaporatore in particolar modo deve essere assolutamente protetto per ogni eventuale ossidazione che col tempo potrebbe compromettere il buon funzionamento.” continua Tiziano Luoni.

“Normalmente chi utilizza frigoriferi ad assorbimento nel campo della refrigerazione, per agevolare e aumentare la possibilità di raffreddamento si serve di estrusi in alluminio che permettono di raggiungere rapidamente le temperature desiderate e di mantenerle per parecchio tempo. Il frigorifero di Einstein ad assorbimento è anche più semplice da montare rispetto ad un convenzionale sistema di refrigerazione, in quanto non c’è nessun collegamento fra l’interno frigorifero ad assorbimento e la macchina esterna, quindi essa può essere completamente montata in un secondo tempo. Tutti i mobili hanno un percorso a sé ed i gruppi ad assorbimento possono essere istallati in seguito. In caso di mancato funzionamento possono essere riparati, chiaramente solo da personale competente.”

Una volta terminato il frigorifero ad assorbimento deve essere collaudato ancora completamente come si fa con tutte le apparecchiature e verificarne il buon funzionamento in ogni sua parte. E’ anche fondamentale prestare molta attenzione agli spessori degli isolamenti dei frigoriferi ad assorbimento in quanto normalmente i tempi necessari per abbassare le temperature sono più lunghi ed è necessario contenere più possibile il freddo che si è creato utilizzando isolamenti maggiorati.

mercoledì 10 marzo 2010

Rinnovabili, quel treno che l'Italia rischia di perdere

(Fonte: Qualenergia)
Una trasmissione, Presa Diretta su Rai3, che vale più di tanti convegni e documenti: un crudo confronto fra paesi in cui si spinge in ricerca e investimenti nelle fonti rinnovabili e paesi, come il nostro, in cui ancora manca la vera convinzione che questa sia una grande opportunità economica, sociale e ambientale. E’ possibile rivedere la puntata on line.

“Sole vento alberi”, un trinomio semplice, naturale, ma che significa per alcuni paesi sviluppo di know-how, ricerca, business, un modello di energia e, quindi, di società nuova, non più basata su fonti fossili e nucleare. Questi tre “elementi” sono il titolo della puntata di “Presa Diretta” su Rai3, la trasmissione d’inchiesta giornalistica curata da Riccardo Iacona, andata in onda domenica 7 marzo (vedi video della puntata, in basso).
Finalmente in prima serata nella Tv nazionale spuntano le idee, tristemente anestetizzate da una televisione sempre più becera e occupata da una politica capace solo di perpetuare sé stessa e ormai senza più progettualità.

L’esempio della Germania, con l’entusiasmo dei suoi ricercatori, imprenditori e cittadini per il solare, l’eolico e le biomasse lasciano, anche a chi queste cose le vive e le conosce da tempo, un “inquietante” senso di speranza.
Avere la conferma che in Europa c’è qualcuno che stia puntando le sue migliori risorse umane su un futuro giudicato ormai “ineludibile”, potrebbe certamente essere un buon viatico per le migliaia di giovani e di professionisti che in Italia credono e lavorano in questi settori, ma al tempo stesso lascia l’amara impressione che il nostro ritardo stia diventando ogni anno più incolmabile.

In Germania, a differenza che da noi, ci troviamo di fronte ad uno scenario ideale: una politica nazionale e locale che, con approccio bipartisan, ha compreso la portata della ricerca e degli investimenti in questi comparti a tutti i livelli; un processo che per osmosi viene assorbito dai cittadini e rinvigorito da questi. Obiettivi importanti (addirittura 60 o 100% di rinnovabili neanche troppo in là nel tempo), inimmaginabili solo pochi anni fa, sono gli orizzonti di tanti imprenditori e politici.

Il confronto con la spossante realtà italiana, passata e presente, diventa stridente: il furto del CIP6/92 (circa 40 miliardi di euro sottratti alle vere fonti rinnovabili da grandi gruppi industriali), l’ottuso ostracismo degli enti locali per impianti rinnovabili piccoli e grandi, le mani della mafia sugli incentivi, imprenditori in sofferenza per i ritardi della burocrazia, l’eccesso di leggi e regolamenti, alcuni non ancora applicabili. Se anche da noi questo treno si può dire partito, ha però ancora il freno tirato, perché non è entrato nella cultura e nella testa di chi decide e di chi tiene le redini dell’energia in questo paese. E’ vero, nel nostro paese gli incentivi alle rinnovabili ora sono molto interessanti, ma se manca questa convinzione e soprattutto una “visione”, non si avrà mai quel giusto sostegno alla ricerca e una vera ed organica politica industriale che non ci faccia rischiare di perdere questa opportunità.

Se da una parte è incoraggiante che questo cambiamento può essere nelle mani di chi ci crede e di chi ci investe (l’esempio Germania), dall’altra, in Italia, si assiste spesso all’umiliazione di tante competenze ed è forte la percezione che mai come adesso servirebbe una nuova classe dirigente, perché, come dice il vecchio adagio, chi è stato la causa del problema non può essere colui che è in grado di risolverlo.

Comunque non credo che ci faremo incantare da un’idea di futuro, già vecchio, rappresentato dall’inganno del ritorno al nucleare, che già tanto tempo e risorse ci ha fatto perdere sulla strada del sole, del vento e degli alberi.

LA PUNTATA DI “PRESA DIRETTA“: SOLE VENTO ALBERI (durata: 1h 32′)

LB

Farmwille non è più esclusiva di Facebook, accordo anche con Microsoft per Live Messenger

Farmville non è più un’esclusiva di Facebook. Da qualche giorno infatti il gioco che attira oltre 80milioni di utenti del web è arrivato anche su Msn Games grazie ad un accordo stipulato con Zynga.

Ma se la Microsoft non è voluta rimanere a guardare il successo che sta riscuotendo Farmville sul social network ideato da Zuckeberg, nemmeno quelli di Zynga sono rimasti con le mani in mano.
Messi da parte i regali di San Valentino, sui campi sono arrivati gli oggetti preziosi da raccogliere per tutto il mese in occasione della festività di San Patrizio. SI tratta di monete, oggetti dorati, gioielli che dovrete raccogliere all’interno di un pentolone. Il sistema è identico a quello che era stato scelto per l’iniziativa di San Valentino e a dirla tutta i regali non sono nemmeno così originali.
Altra novità, sicuramente più interessante riguarda la benzina che serve per alimentare i trattori che velocizzano il lavoro nella fattoria. Le taniche di “Fuel” adesso possono essere trovate fertilizzando i campi dei vostri vicini e qualcosa potrete trovarla anche tra le vostre zolle, da condividere con il popolo di Farmville.

Per rimanere costantemente aggiornati sullo stato della vostra fattoria è arrivata poi la Farmville Toolbar che, installata nel vostro Browser, vi permetterà di conoscere lo stato delle vostre piantagioni anche se state navigando su altre pagine. Da qui avrete accetto anche a tutte le novità che riguardano il mondo di Farmville.

Dalla Rete arriva poi la smentita di una versione a pagamento del gioco. Dal 31 marzo sarà infatti disponibile la versione Beda di Farmville e si era letto che il gioco sarebbe stato a pagamento, grazie ad un canone mensile di poco più di quattro euro. La notizia è stata prontamente smentita. Il gioco sarà online nella versione Beta ma sarà completamente gratuito, come è stato fino ad adesso.

Teresa Vola

Questo blog non costituisce una testata giornalistica, non ha carattere periodico e viene aggiornato dall'Autore in base alle disponibilita' di tempi e materiali. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 07.03.2001. L'Autore, inoltre, dichiara di non essere responsabile per i commenti inseriti nei post. Eventuali commenti dei lettori, lesivi dell'immagine o dell'onorabilità di persone terze non sono da attribuirsi all'Autore. Alcune delle foto presenti su questo blog sono state reperite in internet. Chi ritenesse danneggiati i suoi diritti d'autore può contattare l'Autore all'indirizzo marziano.mChiocciolAgmail.com per chiederne la rimozione.

Per pubblicare gli annunci sul blog utilizziamo aziende pubblicitarie indipendenti. Le aziende possono utilizzare questi dati (che non includono il tuo nome, indirizzo, indirizzo email o numero di telefono) sulle tue visite a questo e altri siti web per creare annunci pubblicitari su prodotti e servizi che potrebbero interessarti. Se desideri ulteriori informazioni a questo proposito e per conoscere le opzioni disponibili per impedire l'utilizzo di tali dati da parte di queste aziende, fai clic qui.