(di Maria Torelli)
Non tutti gli eco-calendari informano i cittadini che, per la raccolta differenziata, gli scontrini fiscali (e più in generale le ricevute e quant'altro stampato su carta autocopiante) non vanno conferiti insieme alla carta. La maggior parte degli italiani ignora questa informazione e continua ingenuamente a buttare scontrini e ricevute nel cassonetto della carta, riducendo così la qualità della raccolta differenziata della propria città.
Scontrini e affini, infatti, sono costituiti non da semplice cellulosa ma da un particolare tipo di carta termica che
assolutamente non è riciclabile: un semplice metodo per riconoscerla è osservarla con attenzione, perché è lucida o semilucida su un lato.
Dello stesso tipo di quelli fiscali sono anche gli scontrini rilasciati dalle bilance elettroniche e dai pos per carte di credito, oltre alla carta per i fax e a quella di alcuni tipi di ricevute fiscali e dei biglietti aerei.
Questa carta è coperta su un lato da un colorante e da un agente di reazione che fa cambiare colore al foglio nei punti in cui viene riscaldato, imprimendo testi o numeri. Proprio per questo motivo è molto richiesta in tutti quei dispositivi, come i registratori di cassa e alcune calcolatrici con rullo, che non utilizzano una stampante a inchiostro ma una testina termica: in sostanza, l’inchiostro è già dentro alla carta e compare se sottoposto a sollecitazioni. Ed è per la loro peculiare composizione che gli scontrini tendono a “scolorire” col tempo o se esposti al sole oppure a fonti omogenee di calore.
Oltre a non essere riciclabili, e ad “intasare” i nostri portafogli e le nostre buste della spesa i foglietti in carta termica sono anche dannosi per la nostra salute. Essi contengono infatti il Bisfenolo A (BpA), un
interferente endocrino.
Con questo termine si intendono delle sostanze artificiali e non che si legano ai recettori degli ormoni (per esempio quelli tiroidei). L’azione degli interferenti endocrini può essere anche difficile da individuare perché è molto lenta, dal momento che queste sostanze in genere si accumulano in dosi minime. Tra i molti e vari disturbi che il BpA- il quale si trova anche nei pesticidi- può causare c’è anche l’infertilità.
La concentrazione di questo elemento negli scontrini fiscali, secondo il chimico dell’ambiente
Tomas Oestberg dell’Istituto Jegrelius per la chimica verde, è dell’1,5%: un migliaio di volte maggiore che nei biberon al policarbonato messi fuori legge in molti Stati. Inoltre il BpA si scioglie e può depositarsi in loco. Se teniamo scontrini (o ricevute di altro tipo) a lungo nel portafogli o vaganti e accartocciati in pochette e bauletti, “infetteremo” le banconote e il contenuto della borsa. Per tale motivo è sconsigliato anche qualsiasi tipo di riuso creativo o artistico di questa categoria di carta.
Una soluzione è l'uso di una carta che non contenga bisfenolo, già adottata in alcune catene di distribuzione in paesi come la Svezia, tuttavia ha un costo maggiore per gli utilizzatori che quindi preferiscono l'alternativa economica e inquinante. Da parte nostra, ciascuno potrebbe sensibilizzare sul problema i propri negozianti di fiducia, che restano comunque i più esposti al rischio.
quindi non dobbiamo mangiare gli scontrini? nemmeno ciucciarli?
RispondiEliminadomanda divertente quanto insulsa, è noto che la carta non rientra tra gli alimenti. Tuttavia, come spiegato in questo caso, contiene sostanze inquinanti e assai nocive per la salute umana. Credo sia noto a tutti che anche se non mangiamo plastica, con l'alimentazione facciamo il pieno di microplastiche grazie all'inquinamento ambientale
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