domenica 9 gennaio 2011

Sacchetti di plastica, vietati da gennaio 2011


Una notizia che aspettavo da quasi vent'anni, da quando giovane neolaureato idealizzavo sullo smaltimento dei rifiuti senza considerare che gli interessi economici di un sistema spesso, molto spesso sono più forti, pardon, più giusti della tutela della vita, della salute e dell'ambiente: in tutta Italia dal primo gennaio è scattato il divieto di commercializzazione e utilizzo degli shopper ad alto impatto ambientale, contenitori non biodegradabili.
Dopo molti anni, finalmente il 22 dicembre il Consiglio dei ministri ha infatti negato la proroga alla messa al bando del 'vecchio' sacchetto, e quindi dall'inizio del 2011 negozi, supermarket, centri commerciali e mercatini non potranno piu' utilizzarlo per consegnare la merce.
E così, dopo piu' di un secolo, plastica addio: era infatti il 1907 quando il chimico belga Leo Baekeland che invento' la bakelite, la prima plastica completamente sintetica prodotta su scala industriale.

La plastica dal primo gennaio non potra' piu' essere usata e al suo posto arrivano gli eco-shopper, sacchetti in bioplastica ricavata da mais e da altre materie vegetali, riutilizzabili, biodegradabili e a 'impatto zero'.
Proprio l'ambiente sara' il maggiore beneficiario dello stop alla plastica: gli italiani, infatti, sono tra i massimi utilizzatori in Europa di shoppers in plastica. Il Wwf ha rilevato che i nostri connazionali utilizzano "circa 24 miliardi di sacchetti" non biodegradibili, "quasi 400 a testa ogni anno". Una montagna di contenitori, che diventa una montagna di rifiuti, con gli annessi problemi di smaltimento: Coldiretti ha calcolato infatti che occorrono almeno 200 anni per decomporre i sacchetti in plastica. Ma soprattutto, ha sottolineato l'organizzazione, "spesso i rifiuti di plastica sono bruciati e cio' comporta l'emissione di sostanze clima-alteranti come l'anidride carbonica e inquinanti come le diossine", composti "pericolosissimi" per la salute dell'uomo e dell'ambiente.
Francesco Ferrante, senatore e responsabile delle Politiche sui cambiamenti climatici del Pd, ha gia' ipotizzato e delineato lo scenario che si configurera' tra meno di 48 ore: "Quando finalmente anche in Italia gli shoppers di plastica verranno banditi, un milione di tonnellate in plastica non si riversera' piu' nell'ambiente e verranno risparmiate centinaia di migliaia di tonnellate di petrolio", perche' l'impatto ambientale delle buste di plastica non deriva dal solo abbandono dell'oggetto: si calcola infatti che per produrre 200 mila tonnellate di buste 'non-bio' vengano bruciate 430 mila tonnellate di petrolio.
L'Italia, adeguandosi a quanto gia' deciso a livello europeo dice 'no' all'inquinamento e 'si'' alla sostenibilita': la messa al bando delle buste di plastica dal primo gennaio recepisce infatti disposizioni comunitarie, in particolare la direttiva 94/62/Ce sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio. 
Quello delle buste di plastica non e' un problema solo italiano: nel nostro paese arriva infatti circa un quarto dei 100 miliardi di pezzi consumati in Europa, dove vengono importati per la maggioranza da paesi asiatici come la Cina, Thailandia e Malesia. Il 28% di questi sacchetti diventa rifiuto e va ad inquinare l'ambiente.
(Fonte: Agenzia DIRE)

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