Lo spot promosso dal Forum Nucleare è ingannevole. Greenpeace l'ha detto subito ed ora si aggiunge il parere del Giurì dell'Autodisciplina Pubblicitaria che ha ordinato il blocco della messa in onda dello spot.
Col blog ho partecipato attivamente alla contro-campagna, segnalando anche lo spot allo IAP (Istituto per l'Autodisciplina Pubblicitaria), avevo messo le indicazioni in fondo
a questo articolo, e nella posta mi è arrivata la risposta:
"desideriamo informarLa che il Comitato di Controllo ha deliberato di promuovere un procedimento innanzi al Giurì per violazione degli artt. 1 (Lealtà della comunicazione commerciale) e 2 (Comunicazione commerciale ingannevole) del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale. Nella riunione del 18 febbraio scorso, l’organo giudicante dell'Autodisciplina Pubblicitaria ha emesso il seguente dispositivo:
"Il Giurì, esaminati gli atti e sentite le parti, dichiara che la pubblicità contestata non è conforme all’art. 2 del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale, letto ed applicato alla luce delle “Norme preliminari e generali” e integrato dal disposto dell’art. 46, e ne ordina la cessazione nei sensi di cui in motivazione”."
Lo spot, trasmesso a dicembre su tutte le televisioni nazionali, usava la metafora della partita a scacchi in cui due opposte visioni si affrontano: una favorevole al nucleare e l'altra contraria.
L'intenzione apparente era quella di promuovere un dibattito aperto e spregiudicato sul tema nucleare. L'inganno reale era invece che lo spot cercava di pilotare un'opinione precisa creando un pregiudizio pronucleare.
Andando a vedere chi erano i finanziatori dell'iniziativa - furbescamente non dichiarati all'interno dello spot - si intuisce facilmente a quale mulino lo spot voleva tirare. Tra i soci del Forum Nucleare, ufficialmente un' associazione no-profit, troviamo i nomi noti dell'industria nucleare: Enel, Edf (Électricité de France), Ansaldo Nucleare, E.On Italia... Sono loro ad aver investito i 6 milioni di euro necessari per "stimolare" il dibattito nelle case degli italiani.
A gennaio Greenpeace ha risposto con un contro spot e un
sito web nei quali - senza il bisogno di nascondere il nome - si mettono in evidenza le contraddizioni della campagna pubblicitaria del Forum.
In particolare:
- “Le scorie si possono gestire in sicurezza”. E da quando? In sessant'anni l'industria nucleare non ha ancora trovato una soluzione per la gestione di lungo termine dei rifiuti nucleari;
- “Tra 50 anni non potremo contare solo sui combustibili fossili”. È vero, ma anche l’uranio è limitato;
- “Le fonti rinnovabili non bastano”. Sicuro? Uno scenario energetico 100% rinnovabile è possibile, come dimostrano analisi dell’Ue e dell’industria.
Il video, lanciato sul web senza gli ingenti investimenti pubblicitari del Forum Nucleare, è rimbalzato sulla rete grazie al passa parola, raggiungendo le 200.000 visite. Un buon risultato, ma niente in confronto ai numeri raggiunti grazie alla televisione.
Il presidente del Forum Nucleare Chicco Testa, noto nuclearista italiano e già presidente di Enel, aveva dichiarato: «La nostra è un'iniziativa molto equilibrata. Dubito che una campagna pubblicitaria di Greenpeace, ad esempio, saprebbe essere altrettanto onesta intellettualmente».
A parte ogni considerazione sull'"onestà intellettuale" di Chicco Testa, vista la decisione del Giurì sarebbe adesso il caso di trasmettere anche lo spot di Greenpeace in televisione, per avere un vero equilibrio nella discussione sul ritorno del nucleare in Italia.
Entra in azione
Il 2011 è un anno cruciale per fermare lo sviluppo del nucleare in Italia. Tra pochi mesi (la data non è stata ancora fissata) si terrà un referendum che può fermare i nuovi progetti di centrali nucleare per sempre. L'industria nucleare si sta già muovendo con un'imponente campagna pubblicitaria e di convincimento.
(fonte:
Greenpeace)
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