mercoledì 5 marzo 2014

Economia Popolare - Il mercato è libero se le regole sono uguali per tutti

Molto interessante, finalmente comincia a circolare qualcosa di diverso dal paradigma capitalista dominante, centrato sul debito e la scarsità dei beni.
In sintesi, la globalizzazione sta evidenziando le distorsioni del sistema economico che stanno mettendo in ginocchio intere nazioni. Due in particolare i fattori di distorsione: da una parte l'iniqua distribuzione della ricchezza economica (non delle risorse: ricordate la legge di Pareto dell'80/20?) e dall'altra la speculazione, che consente di produrre grandi profitti a beneficio e vantaggio di poche persone e tende a concentrare sempre più la ricchezza nelle mani di pochi soggetti.
Ecco come in pratica accade tutto cio':
Quando una piccola parte di Imprese produce sfruttando i lavoratori riducendoli al livello di schiavitù riesce ad imporre sul mercato prodotti a costo insostenibile per i concorrenti, i quali prima entrano in crisi e poi chiudono le attività, aumentando così la disoccupazione, la crisi economica. Quando le imprese iniziano a chiudere schiacciate dalla concorrenza sleale, aumentano i disoccupati e per chi possiede ancora un lavoro aumenta la pressione fiscale e di conseguenza deve alzare i prezzi, ma così facendo diminuisce ancor di più la sua capacità di competere sul mercato e presto entra in crisi, sino a chiudere.
Lo stato e il Popolo presto entrano in una crisi profonda, economica e sociale.

L'economia popolare nasce come teoria e diventa movimento politico che propone una ricetta per favorire la ripresa economica e ridistribuisca la ricchezza prodotta in modo solidale e durevole, in modo che tutti abbiano a trarne vantaggio.
Riporto e cito per intero la fonte dal sito economia popolare:

Economia Popolare è un movimento politico formato da cittadini Europei, riunitisi spontaneamente e liberamente che, forti delle competenze e degli studi di cui dispongono, agiscono per l’attuazione di un nuovo Sistema Monetario Moderato (Mo.Mo.Sy.) che generi la Ripresa Economica e la Ridistribuzione Equa della Ricchezza sulla base di una nuova economia solidale e durevole.

Obiettivi e “ Lista delle 8 Azioni”
Economia Popolare propone una “Lista di 8 Azioni” per il raggiungimento di 2 obiettivi:
  1. Portare l’Italia e l’Europa fuori dalla crisi creando sviluppo e competitività per le nostre imprese. Come: con la “Legge Lincoln Anti-Dumping”.
  2. Trasformare l’iniqua distribuzione della ricchezza in sviluppo economico per tutti. Come: attraverso la “SuperLegge Sviluppo MoMoSy”.
La Causa dei Problemi: l’Iniqua Distribuzione della Ricchezza
L’Asia tramite la concorrenza sleale ha sottratto all’Italia e all’Europa la produzione, i posti di lavoro e la ricchezza, per consegnarla nelle mani di poche persone.

In questo particolare momento socio-economico sembrano molti i problemi da risolvere, economisti e amministratori pubblici propongono da ormai 5 anni le proprie cure senza ottenere risultati, questo accade perché i problemi che percepiamo, come la mancanza di lavoro, la povertà diffusa, le tasse che aumentano, sono soltanto problemi-effetti di un’unica causa e se vogliamo uscire dalla crisi economica dobbiamo eliminare questa, perché tamponare gli effetti non porta mai a risultati concreti e duraturi.

La Causa dei numerosi problemi che affliggono questo periodo socio-economico è l’iniqua distribuzione della ricchezza alimentata da Imprese che operano in condizioni di mercato dominanti, la Legge Lincoln e la Super Legge MoMoSy sono in grado di trasformare il comportamento di tali imprese in modelli di sviluppo per l’intera Comunità.

Economia Popolare, forte delle competenze e degli studi di cui dispone, propone precise azioni e interventi in grado di eliminare la causa dei problemi che affliggono questo momento socio economico e generare uno sviluppo equo e sostenibile.

Come poche persone hanno impoverito l’Europa e si sono arricchite a scapito di molte:
Speculazione e azioni di Dumping hanno impoverito l’Europa e l’Italia.

La distribuzione iniqua della ricchezza avviene tramite processi speculativi, ovvero tramite la capacità di produrre grandi quantità di profitti senza produrre lavoro reale. Ad esempio difficilmente una cantina vinicola che produce e guadagna attraverso il lavoro reale di persone e attrezzature, in assenza di schiavi o condizioni di lavoro assimilabili, è in grado di accumulare grandi ricchezze senza creare nel contempo lavoro e reddito per molti lavoratori. La speculazione, diversamente, consente di produrre grandi profitti per poche persone senza ridistribuire un’equa parte del ricavo sulla comunità.

Abbiamo creato un Mercato Globale, senza aver prodotto leggi che lo regolamentino

Da oltre 20 anni, dopo il processo denominato “deregolamentazione finanziaria”, L’Occidente subisce azioni speculative che accumulano nelle mani di poche persone enormi ricchezze ed impoveriscono la base sociale sempre più grande e sempre più povera.

Il Lavoro e la Produzione sono i principali fattori che creano occupazione, reddito e benessere in una Nazione, ma con la diffusione della Globalizzazione in assenza di Leggi che la regolino, la produzione e il lavoro si sono spostati in Asia, dove l'assenza di legislazioni di tutela consente ai grandi operatori economici di sfruttare i lavoratori come schiavi. Ciò che ieri producevamo in Europa oggi si produce in Cina e in India.

Questa migrazione del lavoro è avvenuta non perché in Asia la manodopera sia migliore o abbiano marchi e invenzioni di valore, ma per fare speculazioni derivanti dall’esercizio del Dumping, una procedura commerciale illegale di concorrenza sleale che si verifica quando un bene può essere venduto in un mercato straniero a un prezzo inferiore a quello ‘normale’ perché è stato prodotto a un costo più basso. In particolare, risulta inferiore la componente del costo legata al lavoro; ciò accade in determinati paesi in via di sviluppo, dove vigono situazioni di sfruttamento dei lavoratori più deboli a causa del mancato rispetto dei diritti minimi dei lavoratori e dei diritti sociali, con conseguente produzione di merci a condizioni di costo particolarmente competitive. Il Dumping è una procedura vietata dal Diritto Internazionale e considerata molto pericolosa per l’economia di ogni Paese perché in grado di distruggere interi comparti industriali dello Stato importatore e gli stessi consumatori che nel breve periodo hanno un illusorio vantaggio rappresentato dai prezzi più convenienti, nel medio termine si trovano in una condizione sociale peggiore.

In questo processo l’Italia, la Spagna, la Grecia e il Portogallo (sono i cd. paesi "PIGS") sono diventate il Sud di questa parte dell’emisfero: dobbiamo comprendere la nostra posizione nel Mercato se vogliamo agire per migliorarla.

Dobbiamo far si che l’Italia e l’Europa tornino ad essere mercati di produzione e lavoro e non solo mercati di distribuzione di beni prodotti in Asia. Dobbiamo inoltre evitare da subito che le Multinazionali raccolgano enormi ricchezze nel nostro Paese tramite la vendita di prodotti asiatici e portino i profitti derivanti dalle vendite nei Paradisi Fiscali senza lasciare in Italia la congrua parte di tasse, i Cittadini e le Imprese italiane non possono essere gli unici a mantenere il bel Paese mentre le Multinazionali ne approfittano, eludono miliardi e fanno chiudere le nostre imprese.

Il processo d’impoverimento dell’ampia base sociale a favore di una ristretta cerchia di soggetti ai vertici della piramide economica produce effetti conseguenti devastanti, quali, la perdita di fatturato e lavoro per le imprese che spesso finiscono per chiudere e la conseguente perdita di posti di lavoro, fattori che producono contestualmente un aumento delle spese dello Stato nell’intento di offrire sussistenza ai disoccupati ed una diminuzione delle entrate tributarie, infatti quando muore un’azienda muore un grande contribuente, e di fronte a tale situazione lo Stato si trova nella necessità immediata di alzare le tasse per coloro che ancora lavorano causando un ulteriore perdita di competitività delle imprese che devono alzare i loro prezzi per sopravvivere e pagare le tasse regolarmente. Una concatenazione di eventi che crea una sorta di avvitamento verso il basso dell’economia.

La diminuzione del fatturato, la perdita di posti di lavoro, la chiusura delle aziende e l’aumento delle tasse
sono problemi tutti connessi tra loro ed hanno un’unica causa, la distribuzione iniqua della ricchezza.

I fattori che hanno consentito questo risultato sono principalmente:
  1. Il “Dumping” Sociale, Fiscale e Ambientale.
  2. La produzione di beni in Italia da parte di stranieri a condizioni economiche inferiori al “prezzo di equilibrio”,
  3. L’eccessiva Speculazione finanziaria,
  4. Alcune situazioni di Oligopolio e Monopolio.
Con l’attuale Sistema la situazione può solo peggiorare

Attendere una ripresa è come proseguire un viaggio in auto osservando la lancetta della benzina e sperare che ad un certo punto si rialzi. L’unico modo di scatenare una ripresa economica è invertire la direzione dei flussi economici correggendo il sistema tramite alcune modifiche e far si che la maggior parte del denaro generato dai consumi torni sulla base da cui proviene.

Siamo nel bel mezzo di un avvitamento economico verso il basso:

1. La concorrenza sleale da parte di aziende estere produce:
2. La perdita di fatturato da parte delle imprese italiane, che produce:
3. La diminuzione di posti di lavoro, che produce:
4. La chiusura delle imprese, che produce:
5. L’aumento dei disoccupati e la diminuzione delle aziende che pagano le tasse, che produce:
6. Un maggior costo per lo Stato e minori entrate, che produce:
7. La necessità per lo Stato di aumentare le tasse per chi ancora ha un lavoro, che produce:
8. La necessità per le Imprese di aumentare i prezzi, che produce:
9. La perdita di competitività e la diminuzione dei consumi italiani.

Approfondimento:

1. Dumping: puo' essere di tipo sociale, ambientale o fiscale.
a. Dumping sociale: si verifica quando un bene può essere venduto in un mercato straniero a
un prezzo inferiore a quello ‘normale’ perché è stato prodotto a un costo più basso. In particolare, risulta inferiore la componente del costo legata al lavoro; ciò accade in determinati paesi in via di sviluppo, dove vigono situazioni di sfruttamento dei lavoratori più deboli a causa del mancato rispetto dei diritti minimi dei lavoratori e dei diritti sociali, con conseguente produzione di merci a condizioni di costo particolarmente competitive.
b. Dumping ambientale, quando un’impresa può immettere sul mercato beni a più bassi prezzi perché prodotti a minori costi in paesi dove non esiste una normativa per la tutela ambientale.
c. Dumping fiscale, si verifica quando un bene può essere venduto in un mercato straniero a un prezzo inferiore a quello ‘normale’ perché le tasse sulla ricchezza raccolta nel Paese di vendita vengono pagate tramite la Holding posizionata in un Paese a tassazione agevolata. In questo caso oltre a causare un grave problema di concorrenza sleale si produce un ulteriore danno al sistema economico del Paese per effetto del mancato gettito tributario.

2. Produzione di beni in Italia da parte di Stranieri che non rispettano le regole.
In Italia Soggetti stranieri possono aprire società, utilizzare propri connazionali stranieri ed operare in concorrenza sleale alle nostre imprese. Sono ormai diffusi in Italia veri e propri comparti industriali gestiti da Cinesi che fanno una concorrenza di prezzi insostenibile per le Imprese Italiane costrette a chiudere, soprattutto nel settore MODA,

3. Concorrenza sleale.
Nel nostro Paese, a causa del Dumping (Sociale, Fiscale e Ambientale) non è garantito né un “prezzo di equilibrio” (per cui la presenza di un prezzo di mercato inferiore al costo di produzione conduce al blocco della produzione del prodotto), né un “prezzo stabile” (per cio' le imprese Italiane non riescono ad adattarsi adeguatamente ai prezzi dei concorrenti che attuano il Dumping), pertanto si può affermare che siamo in un regime di mercato caratterizzato dalla concorrenza imperfetta o meglio sleale.

4. L’eccessiva speculazione finanziaria:
a. La speculazione finanziaria eccessiva produce grandi quantità di profitti senza produrre lavoro reale, di conseguenza si creano disequilibri sociali ed economici, le aziende che fanno speculazione acquistano le aziende che producono profitti attraverso il lavoro reale, assorbono sempre più imprese e aumentano sempre più la speculazione, così la ricchezza si accumula sempre più nelle mani di pochi a scapito dei molti. L’azienda che opera in questo modo diviene sempre più grande e sempre più pericolosa per la libertà di mercato e la concorrenza leale.

b. L’impresa che attraverso questo processo di speculazione cresce senza alcun freno o calmiere commerciale, diviene spesso anche un problema per la salute economica del Paese ed una minaccia alla Democrazia.

5. Too Big To Fail
L’utilizzo di azioni di Dumping e la mancata applicazione di azioni “Untitrust” consentono l’iniqua distribuzione della ricchezza e la nascita di Aziende Sistemiche (quelle definite dagli americani “Too Big Too Fail”) pericolose per l’economia e per la salvaguardia dei Sistemi Democratici.


Economia Popolare prosegue la Politica di Lincoln

Lincoln era il Presidente di un grande Paese in via di costruzione, un paese immerso in una profonda crisi economica e sociale, ma seppe guidare il suo popolo verso l’Unione e le prosperità.

Lincoln, come ogni grande leader, non era distratto dai principi personali, dai desideri di parte o da ciò che voleva lui, Lincoln era concentrato soltanto su ciò di cui aveva bisogno il suo Paese per unirsi e prosperare, la questione della schiavitù era per lui l’emergenza primaria non in quanto lotta per i diritti umani, ma perché sapeva che lo sfruttamento del lavoro degli schiavi era la prima causa della crisi economica e sociale.

Quando affermò “Sino a quando ci sarà un solo schiavo, nessuno di noi sarà libero” (frase ripresa ed utilizzata come fondamenta di Economia Popolare: “Sino a quando uno solo di noi vivrà sotto la soglia della dignità umana, tutti noi vivremo una vita poco dignitosa”), Lincoln sapeva bene che quella era una verità assoluta, non intendeva dire soltanto che nessuno sarebbe stato libero moralmente, e che tutti ci saremmo dovuti sentire responsabili, ma voleva dire qualcosa di molto più forte, concreto e che riguardava tutti, che c’interessi o no l’argomento, lo sfruttamento dei lavoratori porta tutti ad essere schiavi del lavoro e del denaro. La condizione di schiavitù e sfruttamento di una parte della popolazione induce alla povertà anche l’altra parte e tutti assieme vengono sfruttati a favore dei pochi che sfruttano i primi.

Quando una piccola parte di Imprese produce sfruttando i lavoratori riducendoli al livello di schiavitù riesce ad imporre sul mercato prodotti a costo insostenibile per i concorrenti, i quali prima entrano in crisi e poi chiudono le attività, aumentando così la disoccupazione, la crisi economica. Quando le imprese iniziano a chiudere schiacciate dalla concorrenza sleale, aumentano i disoccupati e per chi possiede ancora un lavoro aumenta la pressione fiscale e di conseguenza deve alzare i prezzi, ma così facendo diminuisce ancor di più la sua capacità di competere sul mercato e presto entra in crisi, sino a chiudere.
Lo stato e il Popolo presto entrano in una crisi profonda, economica e sociale.

La schiavitù e lo sfruttamento del lavoro sono la causa della concorrenza sleale, e la concorrenza sleale è causa di crisi economiche profonde, per questo motivo i Padri Fondatori di tutte le Costituzioni Occidentali hanno inserito tra i Principi Fondamentali la difesa della libera e leale concorrenza, ricordandoci di lottare contro ogni forma di concorrenza sleale.

Obiettivi e Lista delle 8 Azioni

L’Italia e l’Europa sono state depredate di Imprese ed entrate tributarie, le azioni di Economia Popolare sono efficaci strumenti per incentivare il ritorno delle industrie, lo sviluppo della produzione e l’aumento delle entrate tributarie trasformando il comportamento delle imprese che operano in regime di dumping in un comportamento virtuoso per la nostra economia.

Obiettivo: Generare benessere e ripresa economica attraverso il riequilibrio della competizione produttiva tra Asia e Europa e una moderazione dell’accumulo della ricchezza tra l’1% e il 99% della popolazione.
Come: Attraverso azioni anti-Dumping.

AZIONE N.1: Diminuzione dell’I.V.A. al 15% sui beni prodotti dalle Imprese che possiedono sia la Holding che la Produzione in Europa.

Detrazione fiscale del 50% sui beni di consumo durevoli prodotti dalle Imprese che possiedono sia la Holding che la Produzione in Europa.

Da queste agevolazione sono escluse quelle Imprese Europee che utilizzano società posizionate in Paradisi Fiscali o Paesi ad aliquota agevolata rispetto alla tassazione europea per sottrarre parte del fatturato dal regime fiscale europeo.

Nel caso di e-commerce si applica l’aliquota I.V.A. vigente nel Paese dell’acquirente. Obbligo di applicare sui prodotti il bollino che certifichi la tracciabilità economica, vedi modello MoMoSy.

AZIONE N.2: Aumento dell’I.V.A., sino al 35%, sui beni prodotti dalle Imprese che possiedono sia la Holding che la Produzione fuori dall’Europa, in Paesi a tassazione e costi del lavoro particolarmente agevolati rispetto all’Europa, tali da consentire un prezzo di vendita in Europa, inferiore al costo del medesimo bene nella Comunità Europea.

A questo intervento sono soggette anche quelle Imprese Europee che utilizzano società posizionate in Paradisi Fiscali o Paesi ad aliquota agevolata rispetto alla tassazione europea per sottrarre parte del fatturato dal regime fiscale europeo.

Nel caso di e-commerce si applica l’aliquota I.V.A. vigente nel Paese dell’acquirente. Obbligo di applicare sui prodotti il bollino che certifichi la tracciabilità economica, vedi modello MoMoSy.
  
AZIONE N.3: Aumento dell’IVA al 25% sui beni prodotti dalle Imprese che possiedono la Holding oppure la Produzione fuori dall’Europa. Nel caso di e-commerce si applica l’aliquota I.V.A. vigente nel Paese dell’acquirente. Obbligo di applicare sui prodotti il bollino che certifichi la tracciabilità economica, vedi modello MoMoSy.

AZIONE N.4: Sgravi fiscali sugli immobili utilizzati per il commercio al dettaglio, al fine di diminuire il prezzo dei beni e servizi.
  
AZIONE N.5: Le imprese estere che operano in Italia devono avere l’obbligo di assunzione di almeno l’80% di cittadini italiani, in linea con le normative previste in Svizzera e in Cina. Le numerose imprese Cinesi, come tutte quelle extra-comunitarie, presenti sul territorio italiano potranno continuare ad operare soltanto se assumono italiani, in progressione e nell’arco massimo di 3 anni, per mezzo dei contratti vigenti nel nostro Paese sino ad un totale dell’80% della forza lavoro.

Questa azione produrrà due importanti benefici, il primo è l’assorbimento di manodopera italiana, il secondo sarà quello che le imprese estere dovranno adeguarsi in tutto alle regole del nostro Paese e così, in maniera naturale, si riequilibreranno i prezzi e si ristabilirà la concorrenza leale.

La SuperLegge Sviluppo MoMoSy

Obiettivo: Trasformare l’iniqua distribuzione della ricchezza in sviluppo economico per tutti, riequilibrando l’accumulo delle risorse e del potere tra l’1% e il 99% della popolazione.

AZIONE N.6: La SuperLegge MoMoSy genera sviluppo economico incentivando le imprese ad investire gli utili nel medesimo Paese nel quale sono stati prodotti.

L’obiettivo è quello di premiare fiscalmente le aziende che hanno un rapporto utili/dipendenti inferiore ai valori della Curva MoMoSy e incentivare le altre a ritornare sotto tale soglia attraverso il reinvestimento degli utili.

La Legge MoMoSy prevede per le aziende catalogate in rosso dall’algoritmo omonimo, ovvero posizionate oltre la curva stessa, un’aliquota sul reddito d’impresa maggiorata, e per le aziende verdi, e quindi economicamente virtuose, una fiscalità di vantaggio.

La curva tiene conto delle specificità del settore di mercato all’interno del quale operano le imprese e in funzione di esse applica dei correttivi statistici.

Al fine di incentivare le Imprese posizionate oltre la Curva MoMoSy ad investire una parte degli utili la Legge di Sviluppo MoMoSy prevede un’aliquota marginale del 75% sui profitti oltre tale curva, ovvero sui profitti che superano la massima capacità del settore di appartenenza di produrre utili per numero di dipendenti in quel mercato, come definito dalla Curva Mo.Mo.Sy.

La Legge Sviluppo MoMoSy tende però ad incentivare le Imprese ad investire quelle parte degli utili sul mercato dal quale sono stati prelevati, pertanto in alternativa alla tassazione offre modalità incentivanti e virtuose per consentire all’impresa di tornare ai valori sottostanti la Curva, ovvero:

1. Sgravi fiscali per l’assunzione di un numero di Dipendenti tale da tornare al di sotto della Curva MoMoSy.

2. Sgravi fiscali per gli Utili reinvestiti in opere pubbliche.

3. Sgravi e particolare regimi fiscali per le Imprese che vorranno investire gli utili soggetti alla tassazione in attività produttive.

Questa azione consente di ripiegare miliardi di euro posizionati ai vertici della Piramide Economica sulla base da cui provengono i capitali.

La Curva Mo.Mo.Sy. indica la capacità massima di un settore di produrre Utili Netti per ogni dipendente, utilizzando un modello economico equo e virtuoso, quando un’azienda produce una percentuale di utili netti per dipendente superiore a quanto indicato dalla curva, significa che sta producendo gran parte degli utili tramite azioni speculative e dannose alla concorrenza e alla comunità economica, pertanto intendiamo applicare una super-tassa sugli utili che superano la curva Mo.Mo.Sy.

Quando un azienda produce Utili Netti superiori ai valori indicati dalla Curva Mo.Mo.Sy. significa che sta producendo grandi profitti a vantaggio di poche persone, se limitiamo gli utili alla Curva non si verificherà più l’accumulo di grandi ricchezze nella mani di poche persone a scapito di molti, la ricchezza potrà essere prodotta senza limiti assoluti ma producendo in proporzione lavoro e benessere anche per la Comunità nella quale l’Impresa opera.

AZIONE N.7: Economia Popolare al fine di accelerare ed agevolare l’investimento degli Utili provenienti dalle Imprese oltre la Curva MoMoSy prevede la costituzione di una Zona Franca per ogni Regione d’Italia, così da consentire un immediata area fiscalmente snella e appetibile per gli investimenti delle Multinazionali Estere che intendono evitare di incorrere nella maggiorazione di aliquota prevista dalla medesima Legge Sviluppo MoMoSy.

In queste aree sarà obbligo l’utilizzo di imprese Italiane, o comunque Europee a tutti gli effetti, e sarà fatto obbligo l’assunzione di Italiani all’80%.

AZIONE N.8: Detassazione degli utili in proporzione al numero di nuovi dipendenti assunti a tempo indeterminato.

La Curva Mo.Mo.Sy.:
Le aziende posizionate oltre la Curva Mo.Mo.Sy. sono in una posizione di speculazione, nocive al Mercato e alla società, accumulano grande ricchezza a scapito di molti. Economia Popolare intende applicare una tassazione del 75% sugli utili oltre questa curva, affinché diventi anti-economico adottare un modello economico di questo tipo.
  
Dipendenti, da 1 a 500.000 nella dimensione “small”

Dati tecnici e valorizzazione delle azioni della SuperLegge Sviluppo MoMoSy:

Nel Mondo sono 1.600 le Aziende posizionate oltre la Curva Mo.Mo.Sy. e fatturano quasi quanto la somma delle 600.000 Imprese concorrenti, di queste 1.600 ben 55 sono Italiane e nell’ultimo anno fiscale hanno prodotto circa 24 miliardi di utile netto di cui 9 sono quelli sopra la curva. L’aliquota maggiorata prevista dalla SuperLegge Mo.Mo.Sy. pari al 75% applicata solo su tale parte in eccesso generebbe un introito nelle casse dello Stato di circa 7 miliardi all’anno. L’alternativa per le aziende per non incorrere nella tassa? Assumere nuovi dipendenti. In base ai nostri calcoli solo in Italia si creerebbero circa 1.000.000 di nuovi posti di lavoro” In alternativa all’assunzione di nuovi posti di lavoro, sono previsti incentivi per l’investimento di questi 7 miliardi per opere pubbliche o investimenti produttivi.

Cos’è Mo.Mo.Sy.:

Mo.Mo.Sy. (Moderate Monetary System) è un sistema, composto da un Algoritmo proprietario ed un database di oltre 600.000 aziende di oltre 30 Paesi, in grado di generare la ridistribuzione equa della ricchezza attraverso la modifica di micro-abitudini di una massa di consumatori, divenuti consapevoli del modo in cui i propri consumi influenzano l’economia generale, oppure guidati da apposite Leggi che incentivino tali azioni.

I Consumatori, guidati dalla app gratuita Mo.Mo.Sy. (per smathphone e web) modificano i propri acquisti verso beni e servizi prodotti da aziende classificate dall’algoritmo Mo.Mo.Sy. come “virtuose” a scapito di beni e servizi prodotti da imprese catalogate come “nocive”. MoMoSy indirizza il denaro affinché non vi sia mai un soggetto che accumula troppe risorse e ricchezze a scapito di una altro che ne rimane senza. Imponendo un limite verso l’alto della piramide, la massa della ricchezza viene ridistribuita su di una base più ampia come nei vasi comunicanti.

L’Algoritmo Mo.Mo.Sy. applicato ad un database di oltre 600.000 aziende, leggendo e analizzando i risultati finanziari costantemente aggiornati, considerando la dimensiona dell’Azienda, il settore industriale ed il numero dei dipendenti, elabora una “Studio di Settore” e determina la linea di resistenza massima di capacità produttiva di Utile Netto per Dipendente di un settore industriale, quando un azienda si trova oltre questa linea significa che sta producendo grandi quantità di profitti tramite azioni speculative, quali Dumping Sociale, Ambientale o Fiscale, Speculazione Finanziaria, oppure sfrutta posizioni di Monopolio.

Applicare specifiche tassazione per le imprese “nocive” che producono grandi quantità di profitti tramite azioni speculative senza produrre lavoro reale, e incentivare i consumatori a favorire beni e servizi prodotti da aziende che operano rispettando un modello economico equo, genera una Ridistribuzione Equa della Ricchezza, consentendo a tutti di crescere e svilupparsi in un sistema capitalistico contribuendo al benessere della comunità, evitando situazioni estreme che portino a condizioni sociali inique e situazione economiche di recessione.

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